di Fra Giuseppe Maggiore – Dal Vangelo secondo Marco (1, 33-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Vegliare? Per che cosa? Il Signore viene? Quando, come… è questo ciò che molti anche legittimamente pensano e si domandano guardando la realtà che ci circonda.
Zone rosse, zone gialle, privazioni, chiusure di attività, la povertà che dilaga, il covid che non si ferma… e poi ci sono quelli angustiati per i cenoni a rischio, le messe anticipate… ma che cos’è tutto questo? Cosa sta succedendo? Qualcosa che non si ricorda a memoria di uomo. E ci viene spontaneo il grido della preghiera: Signore aiutaci, Signore vieni a salvarci… Vieni a salvarci dalla pandemia…
In tutto questo si rischia di non scorgere il Signore che passa. Sant’Agostino diceva “Ho paura del Signore che passa, senza che io me ne accorga”.
Siamo entrati già in Avvento, tempo di preparazione al Signore che viene, e ancora una volta siamo chiamati ed esortati a volgere lo sguardo a Lui per poter scrutare meglio la realtà che ci circonda.
Se allunghiamo lo sguardo, se lo spostiamo da noi stessi e prendiamo coscienza dove il Signore ci ha posto, ci accorgiamo che di pandemie nel mondo e nella nostra città o paese ce ne stanno tante: guerre e violenze povertà, miseria, sfruttamenti, cattiverie, odio, corruzione, razzismo, soppressione incosciente della vita, quando invece dovremmo proteggerla, custodirla, dal suo primo inizio del grembo materno fino al suo naturale tramonto. Noi forse alcuni di questi mali non li avvertiamo, perché non li abbiamo davanti agli occhi o quando ci vengono presentati in televisione sono messi accanto a tante altre cose a volte anche frivole…
Il rischio che si annida in tanti cattolici è il separare il culto dalla vita, non si è capaci di incarnare la preghiera nella quotidianità, di prolungare la liturgia nel posto di lavoro, nella famiglia… in strada. Ci preoccupiamo e solleviamo polemiche inutili perché la celebrazione della Veglia di Natale verrà anticipata di due ore. Ma crediamo veramente che il Signore nasce a mezzanotte, o sia davvero questo avere fede?
“Ho paura del Signore che passa, senza che io me ne accorga” perché siamo distratti da chi ci bombarda paura, da chi semina odio, da chi mette l’uomo contro l’uomo creando disumanità.
Nella situazione attuale, in mezzo a tutte queste preoccupazioni e sofferenze: vogliamo davvero che il Signore ci venga a salvare? Siamo capaci di volere, con Lui, la vita vera delle persone, su questa terra e la loro e nostra nella salvezza dell’eternità? Molte volte viene posta la domanda dov’è Dio? Dio… c’è! Il problema è se ci siamo noi con Lui a volere e a collaborare a questa salvezza. Se siamo attenti, svegli a scorgerlo e riconoscerlo nella quotidianità. Siamo intenti a fare la lectio divina, ma riusciamo a fare la lectio umana?
Nella breve parabola del brano odierno, Gesù racconta che ci viene dato in dono un potere, ma questo va esercitato all’interno del compito che ogni discepolo gli è stato affidato: l’esercizio di questo potere è amare e servire i fratelli.
La casa, il potere, sono doni di Dio, perché a tutti Dio affida un compito, una responsabilità: nessuno di noi viene al mondo per fare solo da comparsa, ma per essere protagonista. Ed essere protagonista secondo il vangelo e cingersi l’asciugatoio e lavare i piedi agli altri per amore di Dio e non per avere ricompense terrene. Essere protagonista secondo il Vangelo è imitare Gesù nella Preghiera al Padre.
Lo stare svegli significa attenzionare l’altro, custodirlo, donare il proprio tempo, spogliarsi dall’egoismo e dalle paure… allora sarà Natale anche se non potrai uscire di casa anche se a Messa ci andrai alle 18 piuttosto che alle 23, anche se non potrai invitare tutti. Ciò che è importante essere pronti e svegli a captare il bisogno che il fratello ha di te e farti dono… è una nostra responsabilità.
Buon Avvento del Signore!