di Fra Giuseppe Maggiore – Chi lo dimentica quel 12 novembre del 2003, chi dimenticherà quei ragazzi morti laggiù a Nassiriya! Tanti non li hanno mai conosciuti, molti hanno conosciuto qualcuno di loro, io personalmente ho conosciuto Ivan Ghitti, il vice brigadiere Ivan Ghitti.
E chi lo dimentica quel biondino con l’accento milanese che veniva a passare le vacanze a San Fratello! Quante partite di calcio, quante liti… poi si cresce e si esce per mangiare insieme, andare in discoteca, parlare di ragazze… e poi il tempo delle scelte.
La scelta di servire lo Stato nell’Arma dei Carabinieri, la scelta delle varie missioni, la scelta di sistemarsi, la scelta del rischio per aiutare l’altro.
Quella scelta che lo portò alla morte.
È compito nostro non far morire dalla mente e dal cuore delle nuove generazioni i carabinieri Ivan Ghiti, Andrea Filippa, Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi e Alfonso Trincone. I militari dell’Esercito Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferrero e Pietro Petrucci, e i giornalista Stefano Rolla e il cooperatore Marco Beci. Far rimanere vivo il ricordo di questi uomini che hanno lasciato famiglie che a distanza di 17 anni ancora sono nel dolore.
La tomba di Ivan che riposa accanto al papà Giovanbattista a San Fratello dove risiede Mamma Felicia è meta di pellegrinaggi, non manca mai un fiore. In una giornata di nebbia di diversi anni fa, entrai nel cimitero e passai davanti all’amico Ivan, da lontano mi accorsi di un anziano signore conoscente che ha visto gli orrori della seconda guerra, dritto davanti alla foto dell’eroe di Nassiriya che lo salutava appoggiando la mano alla tempia così come si salutano i militari e appoggiò un fiore, come a dire “Non vogliamo dimenticare quei ragazzi che quel giorno sono stati uccisi nella più grave strage che ha visto coinvolti soldati italiani dalla Seconda guerra mondiale”.
Sono tante le signore che non vanno avanti se non dopo aver fatto il segno di croce e detto una preghiera davanti a quella foto di quel ragazzo che poteva essere loro figlio. Questi episodi fanno capire come gli adulti nelle semplicità trasmettono il ricordo e il rispetto per chi non c’è più.
Oggi il Capitano Martina Perazzolo comandante della Compagnia di Santo Stefano di Camastra insieme al Maresciallo Danilo Buttiglione e qualche altro carabiniere nel silenzio e nel rispetto della normative vigenti hanno reso omaggio al collega defunto.
San Fratello e i sanfratellani non dimenticano, noi che l’abbiamo conosciuto abbiamo il dovere di raccontare alle nuove generazioni che il figlio della Signora Felicia, Ivan Ghitti è morto per trasmettere i valori della pace ad un popolo che ne disconosce il significato.
Fare memoria è rendere vivo il sacrificio di questi nostri fratelli.