Il governo prende tempo per valutare gli effetti delle ultime misure, che hanno bloccato anche i campionati giovanili e dilettantistici, ma prepara il giro di vite sul modello francese.
Senza un’inversione di tendenza nella curva dei contagi da Coronavirus, sul tavolo c’è un lockdown più morbido di quello varato in primavera, ma che comunque comporterebbe altre chiusure e stop per almeno un mese.
Nello scenario ipotizzato dal governo e ministero della Salute, resterebbero aperte soltanto le fabbriche, le aziende agricole, i negozi che vendono servizi essenziali, come alimentari e farmacie, e soprattutto le scuole materne ed elementari, sul modello francese.
Ad insistere sull’inasprire le regole, c’è in prima fila il CTS con Agostino Miozzo che ha spiegato: «Oggi siamo entrati nello Scenario 3, c’è anche lo Scenario 4. Quindi, che il lockdown sia una delle ipotesi previste – generale, parziale, localizzati, o come quello che abbiamo visto a marzo – era previsto. Speravamo, auspicavamo di non arrivare a quelle ipotesi. Ma se guardiamo anche ai Paesi accanto a noi, sono purtroppo ipotesi realistiche». «Vediamo se le limitazioni dell’ultimo Dpcm avranno un minimo impatto, altrimenti saremo costretti a prendere misure diverse».
In questo quadro, tornerebbe l’obbligo di autocertificazione per gli spostamenti, consentiti soltanto per motivi di lavoro, salute o per fare la spesa.
In questo contesto difficile ipotizzare che destino avranno i campionati nazionali rimasti attivi. Se per la Serie A ci sentiamo di escludere un nuovo stop, più complicato è ipotizzare che cosa accadrà nelle categorie.