“Non e’ il momento di creare, attraverso un Congresso, ulteriori tensioni e conflitti, ma di porre fine ai personalismi e riflettere sul momento politico che stiamo vivendo. Piuttosto che alimentare lotte intestine è opportuno sostenere sia il Presidente Silvio Berlusconi, vittima di un accanimento giudiziario senza precedenti, sia il segretario Angelino Alfano al quale spetta un compito delicatissimo dal punto di vista politico e istituzionale”. Così il deputato Vincenzo Garofalo, che si schiera di fatto dalla parte del segretario, riconoscendone la leadership.
Garofalo con questa dichiarazione prende le distanze da Fitto, che vuole che tutto venga rimesso in discussione e dice, in nome della lealtà nei confronti di Berlusconi, che “ Alfano, in questo periodo, rischia di costruire un centro politicamente subalterno alla sinistra”.
E se il congresso non ci sarà, la conta è già iniziata. Dopo la fiducia di mercoledì nulla è come prima nel PDL: si aprono nuovi scenari, che anche sullo Stretto potrebbero portare a le più varie conseguenze, visti gli equilibri ballerini anche del Pd cittadino. Perché la forza “centrifuga” resta comunque molto forte, e potrebbe risucchiare ben più di qualche “ex democristiano” in quello che ormai molti intravedono nel progetto centrista di Alfano.
Ma il bipolarismo all’italiana resisterà? Certo le “larghe intese” ci dimostrano che il fallimento è in corso, e la balena bianca potrebbe presto digerire il ventennio berlusconiano.