di Luana Spanò – Un mese fa dopo aver visto per la prima volta Kaddour, aver avuto la possibilità di raccontare la sua storia, essere stati al fianco dei volontari della Caritas che tanto gli hanno donato facendolo sentire parte di una grande ed unica comunità, attoniti difronte alle vessazioni sui social, oggi raccontiamo quello che speriamo sia a breve un lieto fine.
Ieri gli assistenti sociali di Lipari, un medico, l’assessore Tiziana De Luca e un traduttore hanno incontrato Kaddour accompagnato da Maria, volontaria della Caritas. Dopo una lunga conversazione, aver vagliato le condizioni di salute di Kaddour e raccolto le motivazioni del grido di aiuto di qualche settimana fa, sul molo dell’isola, a soccorso del quale hanno risposto con immediatezza le forze dell’ordine; sono state avanzate diverse proposte. Tra queste, su previa richiesta di disponibilità posti, il trasferimento a Salina presso la Casa di riposo oppure a Milazzo. Un’altra possibilità per Kaddour sarebbe il ritorno in Marocco, la collaborazione tra i servizi sociali di Lipari e la comunità islamica presente sull’isola gli permetterebbe di raggiungere il fratello, con cui Kaddour ormai non si sente da tempo, ma che secondo la comunità sarebbe disponibile ad aiutarlo una volta giunto nella sua terra natia. Intanto, Padre Gaetano Sardella che già aveva messo a disposizione i bagni della chiesa di San Pietro per Kaddour, rinnova la sua disponibilità a farsi interamente carico del costo del biglietto.
L’appello di Kaddour: “Da 31 anni a Lipari, adesso dormo sotto le mura del Castello. Aiutatemi”