di Cesare Natoli – La bozza delle linee guida ministeriali per la riapertura della scuola, a settembre, rese note ieri, confermano tutti i timori di coloro che da mesi denunciano un rischio: quello che le misure prese per fronteggiare l’emergenza rimangono negli ordinamenti scolastici anche ad emergenza conclusa.
La possibilità che la didattica on line, pur necessaria durante il lockdown ma assolutamente nefasta se intesa come misura ordinaria – abbia ancora spazio nella scuola da settembre in avanti; il delegare alle Regioni prima e addirittura alle singole scuole, poi, responsabilità organizzative con importanti ricadute sulla didattica e sulla relazionalità tra il personale della scuola; l’assenza di un serio investimento in termini di adeguamento dell’edilizia scolastica, di implementazione e accrescimento del personale scolastico e di adeguamento del numero massimo di alunni per classe; il considerare ancora imprescindibili le indicazioni espresse dal Comitato Tecnico Scientifico in data 28 maggio, senza tenere in considerazione un quadro epidemiologico il cui sviluppo sembra andare nella direzione di un netto miglioramento, sia in termini di contagi che di carica virale e pericolosità del Covid-19; lo spazio sempre più pervasivo dato a soggetti esterni all’istituzione scolastica, mascherato da un’apertura al territorio e da principi di solidarietà sociale ma, in realtà, ad avviso di chi scrive, veicolante la prosecuzione di un processo quantomeno discutibile iniziato con l’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro (oggi PCTO); l’essere rimasti inascoltati i pareri di voci autorevoli del mondo accademico e scientifico, sottolineanti la prioritaria necessità di un ritorno a scuola esclusivamente in presenza, in quanto non esiste didattica senza la viva relazione.
Sono solo alcuni degli aspetti che non convincono chi scrive e gli iscritti (più di 2700) al gruppo facebook “Scuola in presenza”, composto da genitori, insegnanti, studenti, personale ATA e semplici cittadini.
Per tale motivo, domani, giovedì 25 giugno, alle 18.00, a Piazza Unione Europea, a Messina, saremo presenti, insieme a varie sigle sindacali, come FLC CGIL, COBAS, comitati e gruppi spontanei, per manifestare il nostro dissenso, sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni locali e contribuire a scongiurare una pericolosa deriva della Scuola della Costituzione. L’iniziativa prende spunto da quelle analoghe organizzate dal Comitato “Priorità alla scuola” in numerose città italiane.
Le nostre richieste sono riassumibili nei seguenti otto punti:
- Ripristinare l’insegnamento in presenza, senza la didattica a distanza
- Non applicare un distanziamento fisico che pregiudichi una sana e proficua relazionalità
- Non obbligare all’uso delle mascherine, sia in classe sia negli spazi in comune, a meno che le indicazioni epidemiologiche e un quadro grave che emerga dalle stesse non ne consigli l’uso
- Non applicare agli studenti, in nessun caso, l’accertamento sanitario obbligatorio per l’improvviso insorgere di qualunque sintomo riconducibile al sars-cov-2 o a sindromi influenzali, ferma restando la necessità e il dovere di restare a casa per chi ha sintomi
- Non effettuare la misurazione della temperatura, sia per gli studenti sia per i docenti ed il personale ATA;
- Costituire prime classi, in tutti gli ordini di scuola (dall’infanzia alle superiori di secondo grado), con max 15-20 alunni
- Implementare il personale docente e ATA e finanziare l’adeguamento delle strutture e dell’edilizia scolastica
- Istituire una consulta dei genitori in tutte le scuole, dagli asili nido alle secondarie di 2° grado, già attiva a Trento, quale organo di partecipazione all’istruzione scolastica e di rappresentanza con le istituzioni locali, regionali e nazionali