di fra Giuseppe Maggiore – Credo che in queste situazioni si dovrebbe solamente fare silenzio, quel silenzio respirato nella Cattedrale di Messina quando gli amici di Milena la stavano portando dinnanzi all’Altare dentro quella bara bianca dove primeggiava il 91 e il suo nome di motociclista: Selvaggia. Un sopranome che sicuramente delinea il carattere di questa ragazza innamorata della moto, dei viaggi, della natura, un sopranome che fa intendere la sete di libertà di una ragazza uccisa in strada. Quella strada percorsa tantissime volte con gli amici che oggi nel silenzio interrotto dalle lacrime dei presenti hanno fatto corona ai genitori straziati dal dolore.
Non voglio aggiungere altro voglio chiudere questo articolo con un’immagine: un mamma in pianto attorniata dalle amiche della figlia avvolta in quella cassa bianca, che la stringono e che si sostengono vicendevolmente coinvolgendo in questo abbraccio anche il papà di Milena.
Un abbraccio che si prolunga con il saluto dei numerosi motociclisti radunati in piazza duomo.
Vogliamo unirci anche noi al saluto e al rombo dei motori che diventa preghiera, all’applauso interminabile che fa alzare le colombe in volo, mentre gli amici alzano quella cassa bianca che fa tutt’uno con palloncini che raggiungono il Cielo dove Milena , Selvaggia 91 vivrà per sempre.