di Luana Spanò – “È il momento di pensare a leggi speciali per le scuole delle isole minori”, questo è il monito di alcune delle docenti eoliane in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all’Onorevole Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, all’Assessore alla Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, Tecnica della scuola, Orizzonte scuola.
Le insegnati raccontano i disagi per i continui trasferimenti anche al nord Italia e mettono allo scoperto uno dei più grandi problemi degli studenti alle Eolie: la frequente assenza dei docenti che insegnano nelle scuole delle isole, che risiedendo altrove e spesso non possono raggiungere la cattedra dalla terraferma a causa delle intemperie.
In inverno alle Eolie, come si legge anche nella lettera, durante la stagione invernale, sono il vento e il mare a fare da padroni: “Cosi, è successo che per settimane intere gli studenti siano rimasti senza insegnanti. Nelle nostre scuole mancano i docenti! Alle Eolie, difficilmente si accetta di venire in inverno. I disagi sono tanti e lo comprendiamo”.
Nella lunga corrispondenza le educatrici eoliane chiedono di lavorare e vivere nelle loro isole: “L’anno scolastico 2019- 20, che ci ha viste alcune al Nord e qualcuna in assegnazione provvisoria nei nostri territori, volge al termine. Inizia il conto alla rovescia e un’altra estate di attesa è alle porte: trasferimento sì, trasferimento no? Sembra ormai un calvario, quello delle docenti delle isole minori, che da quando sono entrate in ruolo, non hanno più la certezza di una cattedra in continuità. Non sanno mai, fino a Settembre, dove la sorte vorrà inviarle, neanche per il prossimo anno scolastico. Il tempo di attesa è ormai un lungo susseguirsi di mesi e di speranze verso una fine pena, che ci consenta di ritornare nelle nostre scuole, nella nostra provincia, dalle nostre famiglie, alle nostre vite. Ogni anno, per necessità, siamo costrette a presentare istanza di trasferimento e, come nel lontano 2015, attendiamo con l’ansia dei giovani lavoratori appena assunti, di conoscere il risultato di questa che ormai può definirsi una roulette russa che si è presa gioco dei docenti di tutto il Sud. Non sono più chiari a nessuno i criteri utilizzati per i lavoratori della scuola. C’è una tale confusione tra ordinanze, decreti, accordi sempre nuovi tra le parti in causa, che noi non ci sentiamo più neanche persone, ma pacchi postali. Oggi qui, domani là.
Non siamo più né trentenni, alcune neanche più, quarantenni, tutte con figli, madri e padri anziani a cui badare. Con famiglie divise, redditi sparsi che arrivano al di sotto di quello di cittadinanza per affrontare viaggi, vitto e alloggio e il resto. Possibile che non si sia trovato ad oggi, il modo di farci rientrare? Nelle nostre scuole mancano i docenti! Alle Eolie, difficilmente si accetta di venire in inverno. I disagi sono tanti e lo comprendiamo. I presidi hanno difficoltà a sostituire o rintracciare un docente disponibile anche per una sostituzione. Bisogna scorrere le graduatorie e spesso si arriva alle Mad. Intanto nella stagione invernale il vento e il mare la fanno da padroni. Cosi, è successo che per settimane intere gli studenti siano rimasti senza insegnanti. Ci chiediamo che fine ha fatto la legge-delega sulle isole minori? Quella passata al Senato durante il precedente governo e ora dimenticata? Perché non considerare le peculiari difficoltà di questi nostri territori, e come recitava l’art. 13 di quella stessa proposta di legge, consentire ai docenti residenti di restare nelle loro piccole isole? Sarebbe molto più utile e meno dispendioso. I bambini avrebbero la loro docente in loco, si smetterebbe di fare il balletto dei supplenti, certamente più costosi, e la continuità sarebbe assicurata cosi come il reddito delle stesse docenti che eviterebbero di spenderlo ovunque, vanificando così il proprio stesso lavoro e i propri sacrifici.
L’art. 3 della Costituzione recita che tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge. Ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Ecco, vorremmo essere lavoratori con pari diritto di ricongiungersi ai propri familiari; al reddito prodotto con il proprio lavoro; di occuparsi dei propri figli e dei propri vecchi; di vivere nel posto in cui hanno fissato il centro della propria vita e dei propri affetti oltre che la propria residenza e dimora. Ridateci un po’ di dignità e di pace.
Questo è stato un anno particolare, siamo stati sorpresi da un’emergenza che non sembra ancora finita. Solo questo, imporrebbe di considerare con particolare attenzione le piccole realtà come le nostre, fragili e isolate, con provvedimenti in deroga e appropriati! Diversamente, dovremmo ancora partire senza sapere, come e quando ritornare. Con lo paura della seconda ondata di Covid, come si può davvero pensare di non lasciarci qui, dove siamo? Dopo cinque, sei, sette anni di lavoro fuori sede? Quando dovrà finire questo esilio, se non adesso? E dire che basterebbe applicare, nella procedura di mobilità, la precedenza ai trasferimenti, con buon senso, con logica, ma soprattutto come hanno sentenziato i giudici ordinari e amministrativi italiani, infinite volte, dando ragione ai fuori sede e in ultimo, perfino, il Cds con l’Ordinanza n.2367/ 2019, ove si riconosce che il principio contenuto nel dlgs 297/94 è stato disatteso. Quindi, se le Sentenze si rispettano, in questo paese, e sono vincolanti nei confronti di subisce una pronuncia, allora occorrerà uniformarvisi. Non si possono più lasciare le cose così. Non si può essere pendolari a vita, a 55 anni e oltre! La Pubblica amministrazione non funziona così. Abbiamo lavorato con la DaD, ad ogni costo e per necessità. I Decreti sono fioccati a iosa, nel bene e nel male. Abbiamo imparato a divincolarci tra reti mal funzionanti, alle volte solo con i piccoli telefoni dei ragazzi che si sono impegnati fino allo sfinimento. Bene! Cosa vogliamo d’ora in poi per loro? Per il loro futuro?
Percorriamo insieme la strada del buon senso! Basta al pendolarismo perpetuo! Restituiteci alle nostre Eolie, alla nostra vita, ai nostri alunni. Prima che sia troppo tardi e non serva più né a noi, né ai nostri cari, né alle nostre isole sempre più isolate, deserte e impoverite”.
Maria Grazia Bonica (Filicudi)
Sabina Giuffrè (Salina)
Elisa Giuffrè (Salina)
Tina Pollicino (Salina)
Angela Centorrino (Lipari)
Caterina Costa (Lipari)
Rosangela Ziino (Lipari)