Altro giro altra corsa: torna a riunirsi il Consiglio Comunale, per una seduta che a guardar l’ordine del giorno, avrebbe potuto essere infinita ¡K e invece no! Si è dato priorità ad alcuni temi rispetto ad altri, più che per il fattore tempo, perchè molte delle proposte da discutere sono ancora al vaglio delle singole commissioni. Come sempre, si comincia in ritardo sulla tabella di marcia e, nel planning, il primo atto dello spettacolo riguarda la nomina del nuovo revisore dei conti, dopo le dimissioni rassegnate dal dott.Domenico Maesano nel marzo scorso. Spunta subito un nome “imprevisto” che si aggiunge alla rosa dei papabili e Pdl e SiAmoMessina chiedono una sospensione di qualche minuto -pare per mal funzionamento delle pulsantiere (?) -, ma la PresidenteBarrile rigetta la richiesta e si dà il via al voto. Nel frattempo la sala si riempie e i ritardatari giungono a destinazione (e il problema pulsantiere diventa un disagio superabile!).
Assente in Consiglio soltanto la cons. CarmelaDavid (Udc), tutti gli altri presenti e attentissimi come il primo giorno di scuola, certo non tutti ligi al dovere fino alla fine, ma -si sa- la vita è fatta di priorità e qualche membro del consiglio, dopo il voto, evidentemente aveva altre impellenze a cui far fronte.
Ventuno le preferenze andate al dott. Giuseppe Maria Zingales (15 in tutto per Federico Basile, 1 per Mario Cosentino e 2 schede bianche). Il talk inizia di lì a pochissimo e ad aprire lo show il cons. Giuseppe Trischitta, che solleva una questione di illegittimità di fronte ai suoi colleghi, sostenendo che in un’elezione a scrutinio unico è prevista una graduatoria e questa eventualmente non potrà non tener conto del primo non eletto dal precedente consiglio, il dott. Arturo Faraone.
Niente parentesi su imposta comunale sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni né altri temi all’Odg eccetto uno: i rifiuti. Più che di Tares e immondizia, ciò su cui l’Aula ha dibattuto è stata la costituzione di una commissione speciale d’inchiesta sulla gestione del ciclo dei rifiuti dal 2005 fino ad oggi.
Il proponente, il cons. Piero Adamo (SiAmo Messina), ha così sostenuto la bontà del proprio progetto: “come abbiamo speso 40 milioni l’ anno senza neanche che i cittadini ricevessero il servizio, in modo costante e completo? Non siamo magistrati ma abbiamo il dovere politico di verificare, di spiegare ai nostri concittadini in che modo sono stati usati i soldi della città e il perché ci ritroviamo in questa situazione”. Della delibera sui rifiuti intanto non sembra esserci alcuna traccia oggi. “Avrebbe dovuto essere pronta il 2 settembre ma dall’ ultimo consiglio di agosto non abbiamo più avuto notizie”, sottolinea il cons. Trischitta. Il capogruppo pidiellino aderisce all’iniziativa del collega Adamo e commenta: “dal 2005 sono state fatte assunzioni trimestrali senza bandi o con bandi pubblicati appena qualche giorno prima e sono tanti gli aspetti che andrebbero approfonditi. E’ il momento che la commissione d’inchiesta faccia un lavoro che porti ad una procedura di responsabilità verso chi ha gestito queste due realtà nel lasso di tempo in questione”. Nel suo intervento fiume, il consigliere denuncia (senza fare nomi): “all’Ato3 sono stati assunti amici e parenti di politici. Come è possibile inoltre –si chiede retorico– che ci sia stato un passaggio di incarichi e che dipendenti senza i necessari titoli siano divenuti funzionari o dirigenti?”.
David (Pd)eSturniolo (CMdB) focalizzano l’attenzione strettamente sulla questione delibera, la quale a loro dire andrebbe emendata per alcuni aspetti che non sono condivisi o che andrebbero addizionati, come ad esempio il “contenimento in discarica, che è un aspetto essenziale e credo vada inserito”, secondo la quota azzurra di Cambiamo Messina dal Basso.
Dal canto suo, c’è chi trova superfluo puntare il faro, in un momento di pressanti urgenze, su fatti trascorsi. “Nessuno di noi ha scheletri nell’ armadio nè con l’ Ato nè con Messina Ambiente”, secondo il veterano Santalco (Felice per Messina). “La città non ha bisogno di commissioni d’ inchiesta, ha bisogno di lavoro”, continua il consigliere. “Io guardo al futuro. Se vogliamo diminuire la Tares dobbiamo pensare a come ottimizzare le risorse non a guardare al passato”.
Per chiare ragioni, non è d’accordo Adamo il quale conclude: “se serve a migliorare la delibera ben venga un rinvio ulteriore ma la città aspetta da noi notizie”. Notizie che, di solito, stentano ad arrivare o giungono risicate e sussurrate.
Se è vero che, in democrazia, la rappresentanza è essenziale e i cittadini devono trovare un’interfaccia nei loro eletti, è vero pure che una moltitudine di sedie e poltrone impiegate nelle camere del potere (che non possono più essere “stanze dei segreti” in stile film per teenagers) non può e non deve tradursi nel solito passare la palla dall’uno all’altro finché non c’è più nessuno a giocare e la palla cade a terra, lasciando che negli abissi del dimenticatoio si perdano le responsabilità.
Fare un’operazione di verità sulle vicende che hanno portato la nostra malandata città a vivere questa basculante situazione di squilibri globali, alla quale ci siamo (tutti) grottescamente abituati, non può che essere una condicio sine qua non.
Che la storia insegna non lo scopriamo oggi e che dal passato è necessario trarre gli elementi per riconoscere affidabilità e inaffidabilità di strutture, società e persino persone, non è questa grande intuizione. Continuare a mettere la testa sotto la sabbia non serve alla cittadinanza, non fa bene al passato di Messina e tanto meno al suo futuro. Se poi vogliamo continuare con i modi di dire, e i luoghi comuni, come non citare il saggio zio Ben -Parker- ? “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”: cari signori, avete voluto quel potere? Prendetevi anche le responsabilità. E, per la cronaca, negarle sarebbe un altro insulto alla città. Per fare giustizia ci sono i tribunali, è vero, ma per la chiarezza non è necessario uno Spiderman, sono più che sufficienti i quaranta tra uomini e donne che, appena qualche mese fa, hanno preso posto tra gli scranni dell’aula consiliare. Il sipario cala anche stavolta. Prossimo spettacolo previsto martedì 24 settembre. (ELEONORA URZI’)