di Michele Bruno – “Ho lasciato l’Aula l’altro giorno per protesta contro l’ennesimo uso irresponsabile e vergognoso del voto segreto, mentre si parlava della fame nelle famiglie e della sofferenza delle imprese. Per me, vissuto sempre nel rispetto istituzionale, assentarmi dall’Aula è stata una decisione assai sofferta e dolorosa. Ma volevo un atto forte perché forte e grave è la emergenza che tutti viviamo. Non ho voluto compromettere la prosecuzione del dibattito, con la responsabilità di chi ha comunque seguito l’esame di ogni articolo della legge Finanziaria – proposta dal mio governo – perché ho a cuore gli interessi legittimi dei siciliani, da mesi in grande sofferenza. Da domani lavoreremo per rendere concreti quegli interventi di sostegno economico e sociale. Ora che la Finanziaria è al sicuro – grazie al lavoro di tutti i gruppi parlamentari e del presidente dell’Ars – riproporrò all’onorevole Miccichè la sentita esigenza di mettere mano alla modifica di quella norma regolamentare sul voto segreto, la quale, nell’abuso che se ne fa da settant’anni, suona ad offesa del Parlamento siciliano, rimasto l’unico, ripeto l’unico in Italia a non averla cambiata”. Così ha affermato oggi il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.
Il presidente Nello Musumeci, visibilmente alterato, ha attaccato il deputato di Iv: “Vado via, mi auguro che di lei si possa occupare ben altro Palazzo”, lasciando l’aula come detto. Ciò ha fatto subito scattare la reazione dei deputati dell’opposizione “È una minaccia, vergogna”. Il presidente Gianfranco Miccichè ha allora sospeso i lavori.
Luca Sammartino è Presidente della commissione Lavoro all’Ars ed è indagato dalla Procura di Catania per corruzione elettorale nell’ambito di una inchiesta sulle elezioni regionali del 2017 e le politiche del 2018. Probabilmente a questo si riferivano le parole espresse da Musumeci.
I capigruppo dell’opposizione Nicola D’Agostino, Claudio Fava, Giuseppe Lupo e Giorgio Pasqua hanno tenuto a dire che, per loro, “l’intervento del presidente Musumeci costituisce un’offesa grave e senza precedenti nei confronti di tutto il Parlamento siciliano” ma che hanno apprezzato “la censura immediatamente espressa dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè”, il quale aveva momentaneamente fermato l’analisi dei provvedimenti. Hanno chiarito “crediamo che mettere in discussione le prerogative di un’assemblea parlamentare e offendere l’onorabilità dei suoi deputati, come ha fatto Musumeci, sia un comportamento irricevibile e incompatibile con l’alta responsabilità della funzione che ricopre”.
Il capo del governo siciliano da tempo si batte per l’abolizione del voto segreto all’Ars, e nei mesi scorsi aveva affermato che non avrebbe più partecipato a sedute parlamentari, fino a che non fosse stato modificato il regolamento che disciplina il voto segreto.