Più volte è stata prospettata l’esigenza di sottoporre a revisione radicale la gestione dei beni del Comune di Messina, sia per quanto concerne la regolamentazione che il loro reale utilizzo. La proposta odierna è quella di redigere un nuovo regolamento sulla concessione dei beni demaniali e dei beni patrimoniali indisponibili e disponibili del Comune. Ad indirizzare al Presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, la richiesta di inserire tra i punti all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio la discussione in merito, è il consigliere Francesco Mondello.
Razionalizzazione del patrimonio del Comune, censimento di immobili già occupati da associazioni o enti, possibilità di canoni ridotti ai concessionari: sono solo alcuni dei punti su cui si regge la proposta stilata da un gruppo di consiglieri comunali, inerente la revisione delle modalità di concessione dei beni comunali.
Il Comune di Messina possiede un patrimonio immobiliare distinto tra beni demaniali, beni patrimoniali indisponibili e beni patrimoniali disponibili del valore complessivo di oltre 520.958.580 euro, un capitale infruttuoso se non adeguatamente razionalizzato. Ecco, dunque, la redazione dell’atto contente le linee guida alle quali si auspica che l’amministrazione possa ispirarsi nel riformare la gestione.
Spicca tra tutte la proposta della costituzione, ad opera del Consiglio Comunale, di una Commissione mista Iterdipartimentale permanente a carattere consultivo, presieduta dal Presidente del Consiglio Comunale e composta da 15 Consiglieri Comunali, ciascuno con specifica mansione. Figure rilevanti dell’organo, la cui partecipazione almeno secondo gli intenti non dovrebbe prevedere alcun indennizzo, sarebbero anche quelle del Sovrintende Regionale dei beni culturali, del Direttore Generale Agenzia del Territorio di Messina e dell’ingegnere capo del Genio Civile.
I compiti specifici: quello di formulare proposte di valorizzazione dei singoli immobili, e quello di fare una ricognizione del patrimonio immobiliare già occupato e valutare le richieste di concessione tenendo conto di requisiti come l’essere annoverati nell’albo comunale delle associazioni, il livello di radicamento delle stesse sul territorio o la possibilità di utilizzo da parte dei cittadini. I beni demaniali, infatti, “sono destinati per loro natura o per le caratteristiche loro conferite dalle leggi, a soddisfare prevalenti interessi della collettività”, così si esprime il suddetto documento.
Nel rispetto dei principi generali enunciati delle leggi statali e regionali e in considerazione della necessaria indizione di una procedura concorsuale aperta a tutti gli interessati, il regolamento dovrà specificare che le concessioni in uso a terzi non comporteranno la cessazione o la rinuncia dei diritti di tutela giurisprudenziale da parte del concedente, che al di fuori di un atto formale di assegnazione sarà vietato l’utilizzo e la gestione del patrimonio “da parte di chiunque”,che la concessione dei beni demaniali e patrimoniali indisponibili potrà essere revocata in qualunque momento e senza alcun diritto di indennizzo, se su sussisteranno esigenze di carattere pubblico. E ancora, ai consegnatari degli immobili dovrà competere la custodia e lo stato di conservazione, nonché la vigilanza sull’idoneità dell’uso e la relazione al Dipartimento Patrimonio di ogni eventuale modifica dello stato dei beni immobili.
Naturalmente, il regolamento dovrà prevedere il divieto per l’Amministrazione di concedere in uso gratuito continuativamente i beni. Contemplata, comunque, la possibilità dei canoni agevolati che potranno rispondere alla necessità di concedere i patrimoni in ragione d’opportunità sociali “che in alcuni casi prevalgono sul contenuto schiettamente patrimoniale e reddituale”. (LAURA MANTI)