“Non è che mi manchi. È solo che se tu non ci sei, io ci sono un po’ di meno”, così il marito, anche lui positivo al virus, in stato febbrile, cerca di fare arrivare la sua vicinanza al compagno.
Luca Paladini è un portavoce dei Sentinelli di Milano, un’associazione nata nel 2014 impegnata nella lotta contro ogni tipo di discriminazione e violenza. Nella tutela dei diritti degli omosessuali, dei migranti. Nella difesa delle vittime di stalking, razzismo e malati desiderosi di un fine vita dignitoso. I Sentinelli radunano nelle piazze e sui social, migliaia di persone impegnate nella lotta per i loro diritti in tutta Italia.
Luca, emblema dei diritti omosessuali, nel 2017 contrae matrimonio con Luca Caputa un fiero muratore, che più tardi racconterà la sua difficoltà ad esternare il suo amore per lo stesso sesso. Della paura di imporsi in una società ancora retrograda e poco aperta alla diversità. Da allora i due Luca hanno sempre più esteso il loro impegno civile.
Lo stesso Paladini, pochi giorni prima del suo ricovero, aveva parlato della sua positività al virus, di quella del padre con conseguente ricovero, della madre in condizioni fisiche di fragilità e del marito.
La loro battaglia è cominciata quando il padre è stato ricoverato e successivamente dimesso, perché era stata riscontrata una semplice bronchite. Due giorni dopo, nel successivo ricovero, inseguito ai gravi problemi respiratori insorti, capiranno che si trattava di covid.
Paladini in un lungo post, aveva raccontato a cuore aperto, il delicato rapporto con il padre. Delle linee di demarcazione. Sottili ma non valicabili presenti dal giorno del suo coming out e per tanti, tanti altri. “Se con mia madre è andata meglio, papà invece senza dirlo, ha chiesto il tempo di elaborare. Un tempo non breve, pieno di frenate a volte anche brusche, ripartenze, segnali contraddittori, fatica.
L’11 aprile le condizioni di Luca Paladini sono peggiorate: “Sono ricoverato all’ospedale San Carlo con la maschera dell’ossigeno. Non so cosa mi aspetta, ma non sta andando esattamente tutto bene”.
Luca e il padre Antonio sono ricoverati in reparto Covid ma, fortunatamente, NON in terapia intensiva.
La madre di Luca è assistita dal marito di Luca e da una vasta rete di solidarietà.
Anche i Sentinelli in Sicilia esprimono la loro solidarietà: “Noi Sentinelli ci troviamo tutti uniti nel pensiero di Luca e Luca, impegnati a resistere, come sempre”.