L’occasione di avere un autore straniero nel nostro territorio è tanto rara, quanto unica, ed è stato davvero un piacere poter incontrare, grazie all’organizzazione della libreria Mondadori, Peter Cameron, scrittore statunitense di grande fama, noto soprattutto per il suo romanzo Un giorno questo dolore ti sarà utile (di cui è stato realizzato l’omonimo film con la regia di Roberto Faenza), edito da Adelphi. Sempre la prestigiosa casa editrice ha recentemente pubblicato la traduzione de Il weekend, comparso per la prima volta nel 1994, divenuto anche film, diretto da Brian Skeet nel 2000.
La scrittura raffinata e ricercata mette in risalto scorci, luoghi che sono sempre spazi “vissuti”. Ne Il weekend ogni sito è crocevia di incontri, di scambi interpersonali. L’interesse particolare per l’introspezione ed una profonda psicologia dei personaggi connota non solo l’efficacia del racconto, ma anche l’incitamento per il lettore ad un’analisi interiore, come se dovesse esserci, leggendo Cameron, una spinta alla “coscienza di sé”.
Il weekendnasce inizialmente come short-story, che “mi ha spinto – ha dichiarato l’autore – a dedicarmi in maniera sempre più approfondita ai personaggi e allo sviluppo della storia”. Il romanzo tratta della storia di Lyle, un critico d’arte che considera “l’arte morta”, il quale deve fare i conti con il dolore della perdita del proprio compagno Tony. Un insolito weekend nella casa in campagna di John (nonché fratello di Tony) e Marian, si rivela l’occasione per Lyle di lenire quella terribile ferita e cambiare le sorti della propria vita, accompagnato dal giovane Robert. Imbarazzo ed insofferenza si alternano nel cercare di reggere il peso del nuovo arrivato rispetto a chi un tempo c’era e adesso non c’è più. Inaspettatamente emergono insicurezze, bugie, lacerazioni ancora piuttosto presenti, che conducono “fuori strada” gli stessi protagonisti. Quel dolore, però, che accompagna costantemente in maniera quasi livellata i personaggi, come ci spiega Cameron “è la speranza che questo stato evolvi. Soltanto una fruttuosa interazione umana e il costante confronto con l’altro può apportare un cambiamento delle cose in senso positivo”: ecco l’importanza per l’autore di uscire da quella costante patina falsa che si pone come barriera in tutti i tipi di rapporti (matrimoniale, genitoriale, sessuale – sia omosessuale che eterosessuale – , amoroso), che snaturano il proprio sé e lo fanno essere semplicemente ciò che l’altro desidera. La perdita, allora, lo smarrimento di sé che genera un perdere di vista i punti cardinali della propria coscienza risulta, però, necessario, per “offrire il messaggio positivo del ritrovamento di una nuova strada”, come ha detto lo stesso Cameron.
James Cameron, i cui autori di riferimento fondamentali sono William Maxwell, Shirley Hazzard, James Salter e Denton Welch, su come è nato per lui il mestiere di “scrittore”, ha detto: “E’ sempre un mistero per me dire come sono diventato scrittore. Certamente, leggendo molto. La scrittura è la migliore forma per esprimere me stesso e la mia interiorità”.
Dopo Messina, Cameron continuerà ad incontrare i suoi lettori in altre località italiane, come Catania, Empoli, Mantova (in occasione del Festivaletteratura).
Di Peter Cameron Adelphi ha pubblicato Quella sera dorata (2006), Un giorno questo dolore ti sarà utile (2007), Paura della matematica (2008) e Coral Glynn (2012).(CLARISSA COMUNALE)