Il notaio, originario di Palermo ma con studio a Canicattì, secondo la Procura messinese, avrebbe commesso una serie di falsi per avallare finti passaggi di proprietà di terreni ubicati sulla catena montuosa dei Nebrodi, nell’Ennese e nel Messinese, che sarebbero serviti a ottenere contributi non dovuti dell’Unione europea, di cui poi si approfittavano i clan mafiosi dei Batanesi e dei Bontempo Scavo, a Tortorici.