di Fra Giuseppe Maggiore – Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Da bambini tutti sogniamo di diventare come i nostri papà che per noi sono come degli eroi. Credo che il sogno di ogni cristiano, come quello dei bambini dovrebbe essere quello di imitare Dio Padre che è perfetto. L’assomiglianza sta nel saper amare come lui ci ha amato. Come ci ha amato? Iniziando a non fare differenze: Egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Per Dio non esiste il bianco o il nero, il musulmano o l’induista, a suoi occhi siamo tutti figli e veniamo amati tutti allo stesso modo…da figli!
Un figlio assume il modo di pensare del proprio padre, non gli assomiglia solo fisicamente, ma nei modi di fare, di pensare. Anche il vero cristiano non può non assumere la stessa mentalità di un Padre che ama tutti, ma proprio tutti, nessuno escluso, allo stesso modo. Il modo è quello di donarsi senza se e senza ma, un modo che ci viene descritto con chiarezza nelle beatitudini e poi sulla Croce dove il Figlio si dona totalmente per amore verso ogni essere umano, dandoci lezione di vera umanità.
La logica che veicola oggi è quella del respingimento, di sentimenti di odio, di egoismo, di paura. Guai a dire o esporre uno striscione con le parole del vangelo che invitano ad amare il prossimo e per giunta il nemico. Questa è una pagina scomoda una di quelle pagine del Vangelo che vanno strappate, insieme a quella che dice “Ero straniero e mi avete accolto” o “Carcerato e mi avete visitato”. Non Basta una vita di fede, devota, attenta a tutte le pratiche religiose, per poi allontanarsi dal Vangelo che invece ci chiede di approfondire le relazioni di amore. Gesù pone un’autentica rivoluzione: invita ad amare i nemici con l’amore che ci proviene da Dio, non per simpatia, non per folle idealità. Ci indica il modo di amare: pregare per quelli che ci perseguitano, di donare ciò che hai e non il superfluo, così come Egli dona il suo unico Figlio, ci insegna porgere l’altra guancia indicandoci la croce che è potenza di un amore infinito.
Questo modo di agire non avviene spontaneamente e ne in automatico. Tutti sappiamo quanto sia difficile sopportare i torti, le calunnie, le violenze fisiche… eppure il Signore ci dice che per essere suoi figli bisogna essere misericordiosi. Questo è possibile se imitiamo l’atteggiamento di Dio che fa piovere sui giusti e i malvagi. Non passività, non sottomissione debole, quello che Gesù propone è una presa di posizione coraggiosa: tu porgi, fai tu il primo passo, cercando spiegazioni, disarmando la vendetta, ricominciando, rammendando tenacemente il tessuto continuamente lacerato dalla violenza. Credendo all’incredibile: amate i vostri nemici. Non è atteggiamento da fessi ma atteggiamento da Dio. Difficile da capire se non ci relazioniamo con la sua Parola, se non la ruminiamo, se non facciamo di Cristo l’unico senso della nostra esistenza.
Se non comprendiamo che ogni uomo o donna è Tempio dello Spirito Santo e che ognuno di noi è abitato da Dio, continueremo a respingere, a non accogliere a manipolare, a strumentalizzare tutto e tutti, a violentare, a stuprare, ad uccidere e non solo con le armi ma anche con ciò che esce dalla bocca che attinge ad un cuore malvagio lontano dal cuore di Dio anche se dice “Signore, Signore”.
La lotta contro il male non è la lotta ai peccatori, ma al peccato. L’uomo va aiutato a ritrovare la propria dignità di figlio, va promosso anche se il rischio è quello di non ricevere neppure un grazie. Il salto di qualità sta nel pensarla alla maniera di Dio che spesso da noi riceve solo ingratitudine.
Concludo questa mia riflessione con le parole di San Paolo che ci aiuta a comprendere meglio non solo il Vangelo di oggi, ma anche una mentalità priva di umanità che in questi ultimi anni sta facendo da padrona.
“Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia». E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani»”.