ARREDO URBANO, RANDAGISMO, RIFIUTI: L’ASSESSORE IALACQUA ALLE PRESE CON “LE MILLE E UNA DELEGA”

“Ho visto cose che noi cittadini comuni non potevamo neanche immaginare”. Parafrasando Blade Runner, esordisce così l’assessore Ialacqua che a cinquanta giorni dall’assegnazione delle deleghe indice la conferenza stampa con lo scopo di fare il punto della situazione, porre attenzione su quanto fatto e sui progetti futuri. A presenziare, il Sindaco, Renato Accorinti, il comandante del Corpo di Polizia municipale, Calogero Ferlisi, e il responsabile della sezione Nucleo Decoro, Biagio Santagati.

La cattiva gestione delle amministrazioni passate che hanno “seminato vento” ha messo la presente amministrazione nelle condizioni di “raccogliere tempesta”. In questi termini si esprime l’assessore Ialacqua che paragona chi ha distrutto la città alla piaga del punteruolo rosso che consuma la pianta dall’interno, mantenendone inizialmente inalterato l’aspetto esteriore, destinato in ultimo a deteriorarsi.

La situazione in cui l’assessorato versa non è rosea. Al momento dell’insediamento di Ialacqua, la sede si trovava sprovvista di supporti tecnici come computer che potessero conservare una qualche memoria storica, a detta dell’assessore oggi assente o difficilmente reperibile. Limitatamente alle deleghe prettamente ambientali, ad oggi tutti gli uffici risultano sguarniti di personale e gli operatori presenti, appena una decina gli addetti del dipartimento sanità e tutela privata e pubblica, devono pertanto sobbarcarsi tutto il lavoro. Troppo pochi per espletare tempestivamente le pratiche in sospeso. Si calcola che siano stati accumulati circa 12 mila protocolli da evadere, ma la carenza di personale non consente di smaltire il lavoro.

Peggiore la situazione relativa alla cura del verde urbano che, in una città di 250 mila abitanti, al momento e’ affidata a soli tre giardinieri responsabili, inoltre, anche della manutenzione del cosiddetto vivaio del comune, ad oggi poco sfruttato.

Ad essere carente non è solo il personale. Le risorse a disposizione per verde e arredo urbano, previste dal piano di gestione, ammontano ad appena 50 mila euro da utilizzare in dodicesimi, equivalenti dunque a circa tre/quatto mila euro al mese. Troppo pochi per fare fronte a tutti i problemi che caratterizzano il verde pubblico di questa città. Si pensi solo alla lotta al punteruolo rosso che ha decimato le palme e che è stata sospesa per mancanza di fondi.

“Siamo in una cabina di regia senza avere gli strumenti”, commenta Ialacqua. Anche la manutenzione delle poche aree verdi esistenti è fonte di preoccupazioni e fraintendimenti dovuti ad una fantasiosa e quanto mai parziale divisione delle mansioni. All’Ato 3 è affidata la sola pulizia di alcune aree verdi centrali, espletata mediante una trentina di operatori. Messinambiente cura invece la sola scerbatura, senza occuparsi delle potature. I costosi sistemi di irrigazione installati nel tempo non funzionano. Quello di Villa Dante, costato complessivamente circa 800 mila euro, non è mai entrato in funzione.

Le criticità riscontrate sono parecchie e per affrontarle sono state elaborate alcune proposte. Sul tema del verde urbano l’amministrazione ha previsto il progetto Un albero per ogni nato, oggi attuante la legge numero 10 del 2013 per l’incremento e la tutela del verde urbano. L’obiettivo sarebbe quello di rinverdire la città in ogni sua area con uno smistamento delle piante su tutto il territorio cittadino.

Altra proposta riguarda la concessione in adozione di aree destinate al verde, a cittadini e associazioni che ne facciano richiesta. Il progetto dovrebbe partire con il nome Vogliamo sentire profumo di rose, e ricalca emblematicamente la vecchia iniziativa balcone fiorito. L’appello è rivolto sempre alla cittadinanza attiva sulla quale anche il Sindaco si esprime. “Il fattore culturale è determinante per un cambiamento netto nella vita degli esseri umani. Tutto quello che faremo deve avere un risvolto culturale. Sulla questione del verde, lavoreremo moltissimo nelle scuole per arrivare ai bambini. Per fare inversione di tendenza dobbiamo educarci a partire dalle nuove generazioni”.

 

In merito alla questione rifiuti, Ialacqua ha precisato che “l’ammontare dei debiti sarebbe di 60 milioni di euro, con Messinambiente in liquidazione e un patrimonio netto passivo”. Ci sono poi 5 discariche da gestire dopo la loro chiusura, che per il Comune di Messina rappresentano un ulteriore costo. Pertanto, partirà a breve la raccolta differenziata spinta con il potenziamento dei cassonetti e delle isole ecologiche, per arrivare gradatamente alla raccolta porta a porta. Non si esclude la costituzione di un gruppo interforze che supervisioni e sanzioni, in divisa e in borghese, le zone sensibili della città. Anche l’installazione di telecamere sarà presa in considerazione per scongiurare la nascita di discariche a cielo aperto.

 

Anche sul tema del randagismo i problemi sono una costante: le somme sono vincolate e le uniche disponibili sono quelle per il servizio accalappiacani, ripartito dal primo agosto, e per la gestione del canile di Castanea. Il territorio messinese conta poi un ricovero in Via Santa Cecilia, ospitante circa 300 animali tra cani e gatti, e una sorta di ricovero per gatti improvvisato in un’area del cimitero. I randagi si stimano tra i 4 e i 7 mila, di cui la gran parte sterilizzati e muniti di chip. Si tratterebbe di comunità randagie per lo più sotto controllo.(LAURA MANTI)
 

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