di Michele Bruno – Il 4 Febbraio inizia Sanremo e le polemiche lo hanno anticipato di un pezzo. Come ogni anno, infatti, non vi è Sanremo senza discussioni. Si chiedono già la testa di Amadeus, conduttore e direttore artistico di Sanremo, ma anche quella di un rapper in gara, Junior Cally, famoso per la maschera con cui usa coprire il volto durante le esibizioni. I testi di alcune vecchie canzoni di Cally hanno destato indignazione nell’opinione pubblica e soprattutto nelle donne, in quanto appaiono sessiste e alludono al femminicidio. L’indignazione è sacrosanta, testi nel genere non danno l’impressione di essere una provocazione contro la violenza di genere, anzi parrebbero un tentativo di cavalcare certi temi per ottenere successo mediatico. Si chiede dunque l’esclusione da Sanremo.
Ma siamo sicuri sia la cosa giusta? Innanzitutto “ No Grazie”, la canzone scelta per Sanremo, tratta tematiche politiche e sociali che potrebbero anche essere condivise da alcuni spettatori. Non ha nulla a che fare con quelle a cui si è accennato in precedenza. Inoltre, la musica recente e passata è piena di frasi e pensieri sessisti. Dovremmo istituire una bella Commissione apposita che legga tutti i testi dei partecipanti a Sanremo, e perché no, anche di chi va in radio, ed escludere chi ha fatto canzoni sessiste. Difficile capire quale sia la soluzione migliore, censureremmo mezza musica italiana.
Certo, Sanremo offrirà grande pubblicità al rapper. Molti sono i ragazzi, anche minorenni, che lo ascoltano e tanti altri potrebbero apprezzarlo. C’è un rischio? Se un ragazzo, ancora nel pieno della propria formazione, dovesse avere a che fare con certi testi, potrebbe diventare sessista o violento? Intanto entrerebbero in gioco la cultura, l’istruzione, l’educazione familiare del giovane. Un ragazzo educato al rispetto delle donne e dei loro diritti, che sa cosa significa amare ed essere umani, non corre certi rischi. Certamente un rischio di emulazione può capitare nei casi di ragazzi che provengono da contesti meno attenti a certi temi, se non esposti a situazioni di sessismo e violenza in famiglia. E non si parla di ragazzi con una specifica estrazione sociale, sessismo e violenza si trovano ovunque. Se è un problema di cultura, istruzione, educazione, tutto fa pensare che siano scuola, famiglia e media a dover diffondere messaggi positivi. Che bisogna educare i ragazzi alla lettura critica di un testo di una canzone, ma anche di altro tipo. Ben vengano dibattiti a scuola e in famiglia. Le istituzioni e la politica, invece di andare dietro a soluzioni censorie o oscurantiste (vedere la reazione di Salvini e Boldrini), dovrebbero farsi carico della responsabilità di far assolvere alla scuola il suo compito e supportare le famiglie.
Ad ogni modo, né Amadeus né Junior Cally sembrano avere intenzione di demordere e darla vinta alle critiche.