“L’educazione, la formazione e l’esperienza della fede fanno paura, minacciano chi, ancora oggi, vive nel buio dell’illegalità e dell’ignoranza”. Così in un comunicato stampa l’ufficio regionale per i Giovani della Conferenza Episcopale Siciliana che “condanna senza alcuna remora gli attacchi perpetrati, nei giorni scorsi, all’Agesci di Sicilia ed esprime solidarietà alle comunità che di recente sono state vandalizzate perché beni confiscati alla mafia o per inneggiare pseudo teorie sulla razza“.
Per i direttori regionali don Gaetano Gullotta e Umberto Confalonieri e mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e delegato Cesi per i Giovani, “l’attacco non è diretto solo all’Agesci, ma, inevitabilmente, alla Chiesa tutta e alla società civile”. Per questo “è impellente una decisa presa di posizione contro la mafia e contro ogni ignobile azione volta a minare la comunione tra gli uomini“.
Intanto da Noto – dove durante il raid contro la sede scout nella chiesa Sant’Agata ignoti hanno tracciato sulle pareti con una vernice spray scritte antisemite, insulti e una svastica –Interviene il Vescovo Staglianò- Pur invitando a “non sottovalutare nulla, specialmente in questo tempo difficile e a ridosso, poi, del ricordo della Shoah”, si dice convinto che “il motivo di quanto accaduto va cercato altrove”.
Per il presule “a Noto non c’è la subcultura del razzismo e della xenofobia, è invece predisposta all’accoglienza, non solo per gli aspetti artistici e culturali, ma anche umanamente”.
Mons. Staglianò, che parla di nichilismo, di società dell’ipermercato e cita Hannah Arendt, quanto accaduto va collocato “nello spazio delle stupidaggini che per emulazione i ragazzi di oggi possono fare, afflitti come sono da una noia esistenziale perenne, che li porta a cercare distrazioni e imprese di esibizione, allo scopo di sentirsi qualcuno, forse anche alla ricerca del sentimento di esistere”.