Giustizia è fatta per 12 autisti ATM che da anni guidavano con un parametro inferiore a quello maturato, si tratta di ex ausiliari del traffico che a suo tempo avevano conseguito, a spese proprie, la patente e gli attestati necessari per guidare i mezzi pubblici.
Per anni ATM li ha impiegati alla guida mantenendo, impropriamente, l’inquadramento contrattuale al parametro d’ingresso. Successivamente inquadrati a parametro 140 con data retroattiva, a questi dipendenti è stato poi negato l’avanzamento a parametro 158 che per contratto si ottiene dopo 8 anni di guida.
Per troppo tempo si è mantenuta l’illecita discriminazione per cui Operatori di Esercizio alla guida dei bus dal 2007/2009, senza plausibile motivazione, non seguivano il percorso di carriera contrattualmente previsto e riconosciuto al resto degli autisti.
A nulla sono valse le rivendicazioni sindacali e i contenziosi legali, ancora in itinere, attivati dai lavoratori durante le precedenti gestioni aziendali Foti/De Almagro.
Alle soglie della liquidazione della fallita ATM, si rischiava il passaggio di tali autisti nella nuova S.p.A. con un inquadramento parametrale discriminatorio che avrebbe vanificato anni di anzianità alla guida.
Dopo una lunga trattativa del Sindacato con i Commissari Liquidatori ATM e nonostante l’intervenuta richiesta di liquidazione coatta amministrativa che limiterebbe i Commissari alla gestione dell’ordinario, in “zona Cesarini” ATM in liquidazione, con ordine di servizio n°100 del 30.11.2019 ha riconosciuto il parametro 158 di competenza a detti Operatori di Esercizio. L’eventuale riconoscimento del pregresso, richiesto attraverso il contenzioso legale attivato dai lavoratori, sarà oggetto di possibile transazione in sede protetta (Ispettorato del Lavoro).
Altri lavoratori ATM, impiegati in diversi settori, per esempio nelle officine, continuano a subire simili discriminazioni, pertanto il Sindacato e la Commissione dei liquidatori hanno concordato di calendarizzare una serie di incontri per esaminare i dettagli e addivenire al riconoscimento dei parametri di competenza prima del trasferimento dei dipendenti nella nuova azienda.
Quanto descritto è un risultato fondamentale se si considera che è arrivato nella delicata fase di liquidazione, un atto di giustizia, il riconoscimento di un diritto acquisito che i lavoratori attendevano dai tempi del “fiore all’occhiello”.
Auspichiamo che tali dinamiche di confronto produttivo siano il vademecum per l’impegnativo percorso che nei prossimi mesi vedrà il Sindacato, ATM in liquidazione e ATM S.p.A, cimentarsi nel definitivo confronto per il passaggio del servizio essenziale e dei lavoratori nella nuova azienda, nel rispetto delle regole imposte dalla normativa vigente.
Preso atto che tutte le parti in causa, compreso il Consiglio Comunale, condividono la necessità improrogabile di liquidare la vecchia ATM gravata da un irreversibile bilancio in rosso, è il momento di mettere da parte le guerre intestine, i dispetti politici e le lotte fratricide che hanno diviso i lavoratori come tifosi di opposte fazione allo stadio. Nell’interesse generale bisogna remare tutti verso il rilancio di un servizio essenziale economicamente sostenibile e di qualità che Messina merita e relegare nel dimenticatoio i disservizi e le difficoltà patite dai lavoratori, a partire dall’annosa incertezza del salario.