di Fra Giuseppe Maggiore – Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Siamo in un tempo che basta scrivere su un motore di ricerca ciò che ti interessa e sai vita, morte e miracoli, oppure basta chiederlo a coloro che giornalmente siedono sulle panchine in piazza o alle comari pie devote che uscendo dalla chiesa fanno “corsi di aggiornamento” sulle vicende di ognuno, loro ti diranno ciò che in wikipedia non troverai mai.
Mosè, uomo di altri tempi, privo di Internet chiede al popolo di fare un sondaggio fra i popoli, fra gli anziani che conoscono i tempi che furono, di interrogare tutti riguardo a l’operato di Dio, la cura e la custodia che ha avuto per l’uomo sin dalla sua creazione in modo da mostrare gratitudine osservando i suoi precetti.
Ed è proprio pensando alla custodia e alla cura che ho iniziato a canticchiare “Ti salverò da ogni malinconia… da ogni tua malattia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te …Io sì, che avrò cura di te.” Non sono le parole di un salmo ma un testo del maestro Franco Battiato che esprimono l’essenza dell’amore come cura, custodia o semplicemente come relazione.
Il nostro Dio è comunione, si relaziona col Figlio e da questa relazione d’amore indescrivibile e infinito nasce lo Spirito Santo. Queste Tre Persone vivono l’uno per l’altro “Quando si vive veramente l’uno per l’altro, densificando questo rapporto di oblatività, la comunione raggiunge il vertice” quindi Dio essendo comunione è anche relazione. L’averci creato a sua immagine e somiglianza significa che anche noi siamo relazione. Nessuno può vivere da solo, l’uomo è stato creato per vivere insieme ad altri. Nessuno è un’isola ma facciamo parte tutti di un immenso arcipelago.
Gesù incarnandosi vuole farci partecipi di questa realtà complicata da capire e anche da vivere se non ti nutri della sua Parola, ci vuole trascinare nella stessa logica di comunione che lega le tre Persone divine nonostante i nostri dubbi.
Nel cielo tre Persone uguali e distinte vivono così profondamente la comunione, che formano un solo Dio. Sulla terra più persone, uguali per dignità e distinte per formare un solo uomo, l’uomo nuovo: Cristo Gesù…” ( Don Tonino Bello)
In questi giorni sto avendo la grazia di accompagnare all’ospedale Gemelli un mio confratello ammalato, stando in sala di attesa del reparto di ematologia osservo con molta attenzione tutte le persone che attendono il loro turno.
Ed è proprio in questo luogo di sofferenza che sto sperimentando e capendo davvero cosa significa “Ti salverò da ogni malinconia… da ogni tua malattia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te … Io sì, che avrò cura di te.”
E lo capisco quando una giovane donna abbassa la mascherina al suo ragazzo che non ha vergogna di mostrare la calvizie causata dalla chemio e le da un bacio, quando due anziani tenendosi per mano si scambiano uno sguardo intenso e profondo come per dirsi “io sono qua e avrò cura di te”.
È il bacio e lo sguardo di un Dio innamorato da sempre dell’uomo tanto da farci entrare col battesimo di diritto in questo sistema Trinitario e nutrici anche noi di un po’ di cielo mentre stiamo sulla terra.
Questo è possibile scoprendo in tutti gli esseri umani la dignità della persona, riconoscendo in ognuno di noi il volto di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Don Tonino Bello amava dire che il genere umano è chiamato a vivere sulla terra ciò che le tre Persone divine vivono nel cielo: la convivialità delle differenze… a mettere, cioè, tutto in comunione sul tavolo della stessa umanità”
La Santissima Trinità che oggi festeggiamo ci vuole dire con tono deciso e forte che l’altro se pur diverso da me fa parte della mia famiglia è mio fratello o sorella.
La Santissima Trinità è il modello unico della comunità ecclesiale, della comunità religiosa della famiglia e perché no, anche della società.
Oggi però c’è un po’ di confusione sul concetto di famiglia, non basta vivere insieme per dirsi famiglia “la famiglia è stata pensata da Dio come immagine della Trinità. Deve viverne, perciò, la logica della comunione” con ruoli ben precisi senza conformarsi alla mentalità di questo secolo…
Anche la vita religiosa come la vita famigliare deve riscoprire il gusto della relazione sincera e priva di paure.
Impariamo ad rieducarci o educarci alla relazione.
Ai miei tempi che poi alla fine sto parlando degli anni 80-90 i ragazzini stavamo in strada a giocare, a cercare la ragazzina, a scrivere le letterine d’amore, a girare sempre per una via per riuscire a vedere anche per un secondo la ragazza che ti piaceva… e vivevi le relazioni vere, ci guardavamo negli occhi…
Oggi non è più così, le amicizie che abbiamo sono quelle virtuali dei social, si hanno più amici su Fb anziché nella vita reale. Il mondo ormai è davvero racchiuso in una stanza… anche il ragazzo o la ragazza vengono ordinati su internet…
Per dire ti voglio bene o ti amo ci sono mille faccine e cuoricini di colore diverso, ci incontriamo su internet.
Impregnati di egoismo e individualismo siamo abituati a vivere 1+1+1+ tanti ancora come tante isole. Dio ci propone la logica Trinitaria di uno per uno per uno così fa sempre uno. In Dio, cioè, non c’è una Persona che si aggiunge all’altra e poi all’altra ancora. In Dio ogni Persona vive per l’altra.
E noi come stiamo vivendo e soprattutto per chi stiamo vivendo?