di Palmira Mancuso – Più che un rifiuto quello dell’ex sindaco Renato Accorinti è stato un ottimo pretesto per chiarire quali distanze ci siano nei metodi col sindaco Cateno De Luca.
Usando lo stesso strumento con cui l’attuale primo cittadino detta agende politiche e menabò, Accorinti ha spiegato di non voler cadere nella trappola di un’arena in cui al confronto si sostituirebbe la caciara, la violenza verbale, la confusione. E come dargli torto? Del resto anche “l’invito” formulato da Cateno De Luca non è stato certo formale, e anche l’ex assessore Sergio De Cola aveva risposto a chiare lettere di essere disponibile “a discutere dei temi di cui mi sono occupato, nei modi e nei luoghi previsti per approfondire, valutare e decidere sull’azione amministrativa: Il Consiglio Comunale o le Commissioni Consiliari competenti per tema; in quelle sedi il confronto si svolge in base a regolamenti, i consiglieri presenti possono avere contezza del dibattito, trarre le loro conclusioni ed eventualmente tenerne conto nelle loro azioni successive, la stampa è presente e può informare la città e anche il pubblico se lo desidera può essere presente”.
Del resto Cateno De Luca non molla e stamattina, pur sbagliando il titolo, cita il libro dell’ormai amico Luigi Sturniolo (l’ex consigliere che ora sfila con lui a Palermo in nome dell’autonomia) e di Nina Lo Presti, “Assolto per non aver compreso il fatto” magnificandone la coerenza e consigliandolo alla cittadinanza. Preso atto che questo testo sia diventato “la bibbia” di Cateno De Luca che in oltre 6 minuti (che abbiamo ascoltato a “saltare” come per le telenovelas che puoi vedere una puntata ogni tre mesi senza sentirti indietro con la trama) ha continuato a parlare di “galleggiamenti” in riferimento all’attività politica di chi lo ha preceduto, pensa in una didascalia di decidere coi suoi soliti aut aut: “L’ex Sindaco di Messina con la sua ex giunta comunale dopo aver ascoltato questo mio messaggio accetteranno il confronto. Ne sono sicuro! Sabato 16 novembre ore 11:00 salone delle Bandiere Palazzo Zanca”.
Non funziona così caro sindaco. E’ troppo facile dare un appuntamento sapendo perfettamente che non ci sono le condizioni perchè avvenga, solo per poter fare la vittima.
Tra l’altro ci si dimentica (o si fa finta di non capire) che la scelta di non dichiarare il dissesto è stata una scelta politica. Con la responsabilità di assumersi il rischio di sistemare dei conti di cui adesso, com’è sotto gli occhi di tutti, gode l’attuale giunta che ha trovato disponibilità economiche e progetti avviati (vedi capacity, vedi il parco bus o i mezzi in dotazione di messinambiente solo per citare i più visibili).
Accorinti è stato chiaro e ne ha ben donde ricordando la campagna elettorale e le “offese indecenti a Dino Bramanti, a me. Modalità che non capisco”. Oggi quelle sue parole, anche dopo l’ultimo video, restano valide: “Io non sono migliore di te, ma la tua modalità è talmente lontana che non vedo positività di un incontro. Io spero che cambierai, intanto per te stesso, le volgarità che hai detto non sono buone per un primo cittadino non fa bene alla città. Hai offeso tutti i cittadini, il consiglio comunale, i lavoratori, i sindacati. Alla mia giunta hai detto che siamo un’associazione a delinquere finalizzata allo sperpero di denaro pubblico. Neanche chi non mi ha votato lo penserebbe mai. Hai offeso tutti in un modo indecente. A me hai detto che galleggiavo nella merda.
Cateno non te la prendere, non ho niente di personale, non voglio offendere nessuno. Ma non è possibile fare incontri di questo genere con una persona capace di qualsiasi cosa per avere un consenso in più. I deboli fanno i forti, usano l’autorità perché non hanno autorevolezza.
Non scappiamo, non ci sottraiamo. Il confronto con i cittadini continueremo a farlo. Diremo quello che abbiamo fatto. Caro Cateno, ti auguro buon lavoro per il bene della collettività. E chiedo ai cittadini di fare i cittadini, di intervenire, di fare proposte non solo proteste”.