Nel giorno della morte di Vittorio De Seta, uno dei più grandi registi di quel cinema italiano che ha fatto scuola, vogliamo ricordare il suo vivo impegno nel raccontare il sud che tanto ha amato, e di cui non si è mai stancato di mostrare ferite e vergogne, ma anche di promuoverne la cultura più autentica.
Il regista e sceneggiatore palermitano, padre della documentaristica italiana, si è spento nel piccolo comune calabrese di Sellia Marina, nella tenuta materna in provincia di Catanzaro, in cui si era ritirato dagli anni Ottanta, senza però rinunciare al cinema. Del 2006, infatti, la regia del suo ultimo lungometraggio, ”Lettere dal Sahara”, presentato fuori concorso alla Mostra internazionale del cinema di Venezia.
Nei suoi confronti, noi messinesi, abbiamo un debito di riconoscenza. Quella per averci tramandato le uniche, suggestive, immagini, dell’antica caccia al pescespada.
“LU TEMPU DI LI PISCISPADA” è stato infatti girato nel lontano 1954: un documento di altissimo valore, che restituisce ai nostri sguardi le atmosfere di un passato recente, ma inesorabilmente perduto.
Metodi e tecniche pioneristiche per le riprese della caccia, a bordo dei mitici luntri, le imbarcazioni a remi della pesca tradizionale, in azione tra le poste in cui era allora diviso lo Stretto, tra Torrefaro e Ganzirri. E poi le urla dell’avvistamento, con uno dei personaggi storici della caccia al pescespada, Patran’ Simuni (Simone Arena) che fiocina velocemente la preda.
Ve lo riproponiamo, come personale omaggio a questo grandissimo italiano, a questo gigante meridionale.