Due siciliani sul podio della categoria Inediti della prima edizione del Premio letterario nazionale Circe. Si tratta del palermitano Giuseppe Barcellona, trionfatore con il romanzo Il Sorriso di Hans, e del giornalista messinese Fabio Bonasera, terzo classificato con Libero, Anzi No, Disoccupato. A ufficializzare la graduatoria finale è stata, lo scorso 5 luglio, nel corso della cerimonia tenutasi a Roma, nella sede dell’Assoartisti, la giuria di qualità composta da personaggi autorevoli del panorama culturale italiano: il presidente nazionale di Assoartisti, il regista, attore e scultore Gabriele Altobelli, l’illustratore e pittore Carlo Grechi, il giornalista e scrittore Carlo Adolfo Martigli, l’amministratore unico dell’agenzia letteraria La Bottega Editoriale, Fulvio Mazza, il responsabile del programma televisivo e del sito web “La compagnia del libro”, Saverio Simonelli, e il fondatore della Marotta Editore, Andrea Marotta, che per l’occasione ha messo in palio la pubblicazione del lavoro del vincitore.
Fabio Bonasera – già autore nel 2010, con Davide Romano, del saggio di politica “Inganno Padano. La vera storia della Lega Nord”, edito da La Zisa – oltre al terzo posto assoluto, si è aggiudicato la seconda piazza nella speciale classifica della giuria popolare, quella dei lettori: «Sono grato – afferma il giornalista messinese – all’associazione Circe, alla sua presidente, Loredana Sorrentino, alla sua vice, Nancy Antonazzo, per la grande opportunità offerta a scrittori o aspiranti tali che, come me, non avendo santi in paradiso, fanno fatica a ottenere visibilità in ambito locale e nazionale. Grazie a questa coraggiosa e, prevedo, duratura iniziativa, ho potuto far conoscere il mio romanzo ad autorevoli protagonisti della realtà culturale italiana, come i nomi della giuria di qualità testimoniano, e questo mi permette di nutrire una qualche pallida speranza che il mio libro possa essere un giorno pubblicato».
La prima edizione del Premio letterario Circe, indetto dall’omonima associazione culturale con sede a Roma, è stato aperto a tutte le opere appartenenti al genere della narrativa: «Libero, Anzi No, Disoccupato – prosegue l’autore – è la storia di chiunque di noi si sia trovato a combattere contro le piaghe della demeritocrazia, del precariato, della disoccupazione. Sullo sfondo c’è anche l’annosa questione della libertà di informazione. Il protagonista, un giornalista 35enne emigrato in nord Italia a caccia di prospettive occupazionali, vive anche i disagi tipici della quotidianità. Alle prese con le code agli sportelli, la dichiarazione dei redditi, i call center delle società di servizi, il pendolarismo. E con la sua totale incapacità di capire le donne».
Il romanzo, scritto in maniera ironica, mantiene costantemente un ritmo sostenuto, evitando di scadere nel melodramma, nel tentativo di smorzare con qualche risata l’amaro della società contemporanea. Tra i luoghi in cui è ambientato, anche Messina: «Non potevo esimermi – conclude – dal raccontare, almeno secondo il mio punto di vista, i tratti salienti della mia città natale. Il mio è un giudizio globalmente negativo. Decisamente negativo. Della città ma soprattutto dei suoi abitanti. Del resto, se la situazione è tutt’altro che rosea, non possiamo prendercela che con noi stessi».
E per chi fosse curioso di conoscere i contenuti nel dettaglio, non resta che attendere la pubblicazione di Libero, Anzi No, Disoccupato. A data da destinarsi ma, stando agli auspici dell’autore, entro questo secolo.