Profonda indignazione all’interno della Federazione Provinciale di Articolo Uno di Messina, che con un comunicato stampa esprime il suo dissenso chiedendo l’intervento del Ministro della Giustizia, per la presenza dell’ex tenente colonnello argentino Malatto, accusato per diversi e veri crimini commessi al suo Paese, che a quanto pare sta passando le sue vacanze indisturbato a Portorosa.
“La notizia della presenza di Carlos Luis Malatto nella provincia di Messina, a Portorosa, ci indigna come cittadini ed esponenti politici.
Sull’ex tenente colonnello dell’esercito argentino pendono tre mandati d’arresto spiccati dall’Argentina per quello che, secondo la Corte d’Appello di Mendoza, è un “torturatore” che “ha partecipato attivamente a diverse procedure di detenzione ed è uno dei più indicati dalle vittime” del regime di Videla “per la partecipazione a interrogatori sotto tortura”.
La vicenda della mancata estradizione per vizi procedurali di Malatto, che “gode” dei benefici della doppia cittadinanza italo-argentina e l’autorizzazione che, nel 2016, il ministro Andrea Orlando, in base all’articolo 8 del nostro Codice penale, ha firmato per processarlo in Italia non rendono la presenza di tale soggetto meno indigesta a chi ama i principi democratici.
L’ostentazione, poi, di una residenza di lusso, quasi si trattasse di un facoltoso pensionato che si gode un meritato riposo dopo una vita di fatica e lavoro, rende ancora più odiosa e inaccettabile il suo soggiorno sul territorio della nostra provincia.
Come Federazione Provinciale di Articolo Uno di Messina abbiamo chiesto ai nostri parlamentari nazionali di rivolgere una interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia al fine di attivare tutte le necessarie procedure per evitare che il nostro paese possa essere considerato un luogo dove ci si può rifugiare per evitare condanne, specie se legate alla negazione dei diritti umani e a crimini di guerra.
Ci domandiamo, infine, come mai, troppo frequentemente, la nostra provincia diventi luogo di latitanza o soggiorno per le più svariate tipologie di criminali, pensiamo alle numerosissime presenze di mafiosi in fuga. Dietro alcune presenze “ingombrati” sarebbe opportuno decodificare quale sistema di relazioni e di rapporti più o meno occulti ne consenta, ne supporti, ne garantisca la presenza.
Di fronte a questi accadimenti ci sentiamo di richiamare ad un forte sentimento di indignazione di i tutti i cittadini che professano sinceri valori democratici e antifascisti, rispetto ai quali, specie in questi tempi di pericolosi arretramenti, non ci può cedere neanche di un millimetro.”