Lo sguardo rivolto al mare di Taormina, la mano sul grilletto, la pistola sulla tempia. E’ morto così lo scrittore Sergio Claudio Perroni che stamattina si è tolto la vita in via Roma, all’altezza dell’hotel San Domenico, nella strada che corre sotto il belvedere che si affaccia sull’insenatura di Taormina. Aveva 63 anni. Le ragioni del suicidio sono spiegate in un biglietto rintracciato dalla polizia: una grave malattia che ha affrontato con il gesto più estremo.
L’autore di “Entro a volte nel tuo sonno” alle 10 del mattino ha impugnato la sua 7,65 indirizzandola alla tempia: un’azione eclatante compiuto dinanzi ad automobilisti di passaggio rimasti sconvolti, e su cui indaga la polizia di Taormina, coordinata dal vicequestore Fabio Ettaro.
Gli agenti, poco dopo il suicidio, hanno ritrovato il biglietto che lo scrittore aveva lasciato per spiegare il gesto. Quindi la salma è stata restituita alla famiglia.
Nato a Milano, Perroni era vissuto anche a Roma fino agli anni Ottanta. Da qualche anno risiedeva con la moglie a Taormina, dove aveva sede anche la sua agenzia editoriale. Traduttore di autori come Steinbeck e David Foster Wallace, editor, scrittore, autore di testi teatrali, ha pubblicato con Bompiani e con La nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi: “Non muore nessuno” (2007), “Raccapriccio”, “Mostri e scelleratezze della stampa italiana” (2007), “Leonilde. Storia eccezionale di una donna normale” (2010), “Nel ventre” (2013), “Renuntio vobis” (2015), “Il principio della carezza” (2016), “Entro a volte nel tuo sonno” (2018).
Da poco Sergio Claudio Perroni aveva presentato al Salone del libro di Torino il suo ultimo racconto “La bambina che somigliava alle cose scomparse”.
“Una tragedia che ha colpito gli amici, ma anche tutta la comunità taorminese”, ha commentato il sindaco Mario Bolognari. “Perroni era uno dei tanti intellettuali che aveva scelto Taormina come patria elettiva – ha aggiunto – a nome della cittadinanza esprimo cordoglio, tristezza e commozione per un inatteso e incomprensibile atto. Se conosco la personalità di Sergio, tuttavia, devo anche affermare che si è certamente trattato di un gesto consapevole e lucido, proprio di un uomo intelligente e critico, sicuro delle sue idee. O, almeno, così mi piace credere”.