L’insegnante d’italiano, Rosa Maria Dell’Aria, docente nell’Istituto industriale Vittorio Emanuele a Palermo è stata sospesa, da sabato scorso, per due settimane dall’Ufficio scolastico provinciale perché non avrebbe vigilato sul lavoro dei suoi studenti 14enni che nella Giornata della memoria avevano presentato una videoproiezione nella quale si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al Decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Sulla vicenda il il senatore e segretario del Pd Sicilia, Davide Faraone esprime la sua opinione:
“La libertà di opinione degli studenti, e anche il solo fatto di ritenere le norme sull’immigrazione del decreto Salvini tanto disumane quanto le leggi razziali, non può essere un reato, certamente non lo è, per Costituzione. È un reato impedire la critica, che è un diritto sacrosanto in una democrazia. Ancor più grave è se, per censurare i legittimi punti di vista, si mette in moto una sorta di macchina della paura, dell’intimidazione, con il Miur che sospende un’insegnante per una fantomatica omessa vigilanza sugli studenti e con la Digos che entra nelle classi per interrogare i ragazzi.
Prima gli striscioni sequestrati, entrando in abitazioni private o strappandoli dall’esterno, con scale dei Vigili del Fuoco, poi i cellulari sequestrati e le identificazioni per chi legittimamente esprime contrarietà rispetto alle politiche di Salvini ed infine il bavaglio all’informazione con i casi Fazio e Radio Radicale. Ma dove ci vogliono portare?”.
Al di là delle parole di Faraone, possiamo attestare che il clima è irrespirabile all’interno del Paese e nelle scuole italiane, dove la libertà d’insegnamento è sempre più vilipesa e in cui l’antifascismo ormai è sotto attacco come disvalore.