Lievi riduzioni di pena in appello per il processo scaturito dal troncone principale dell’Operazione Triade, che nel settembre 2013 fece luce su come il gruppo di Tortorici fornisse periodicamente grandi quantitativi di hashish e marijuana ad altre due diverse articolazioni della stessa organizzazione a Barcellona e Milazzo per lo spaccio sul litorale tirrenico, fino alla zona sud di Messina.
I giudici in appello sostanzialmente confermano la sentenza di primo grado, con alcune riduzioni di pena per parziali assoluzioni.
Queste le otto condanne:Nicolino Isgrò, 11 anni e 6 mesi; Ignazio Lombardo, 10 anni e 3 mesi; Roberto Greco, 3 anni; Salvatore Pantè, 11 anni e 3 mesi; Salvatore Iannello, 6 anni e 6 mesi; Antonio Cardillo, un anno e 2 mesi; Giuseppe Costa 8 mesi; Danny Cardillo 6 mesi. I giudici hanno poi concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena a Danny Cardillo, hanno revocato l’interdizione perpetua e l’interdizione legale per Salvatore Iannello, applicando l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Revocata anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per Roberto Greco, al quale hanno dichiarato anche la perdita di efficacia degli arresti domiciliari.
L’inchiesta, gestita dai sostituti della direzione distrettuale antimafia Liliana Todaro e Fabrizio Monaco, permise di documentare come i tortoriciani si rifornissero a Catania delle sostanze stupefacenti che veniva trasportata su fuoristrada percorrendo le mulattiere e le strade nebroidee. Una rete formata da gruppi distinti, che collaboravano insieme per fare affari con le droghe.