La proclamazione e l’insediamento del neosindaco Renato Accorinti è stata seguita da centinaia di cittadini che hanno pacificamente invaso Palazzo Zanca per ascoltare le prime commosse parole del primo cittadino a cui è stata consegnata la fascia tricolore.
“Le istituzioni sono sacre – ha detto – la nostra forza è la partecipazione di tutti : non lasciateci solo, io e gli assessori abbiamo bisogno del contributo di ciascuno di voi. Siamo stati tanto umiliati, oggi inizia una battaglia di libertà. Ciascuno dovrà portare il suo mattone per costruire la nuova Messina”.
Un discorso spesso interrotto dai cori e dall’entusiasmo dei messinesi che si sono riversati a Palazzo Zanca, quello che il neosindaco continua a chiamare il palazzo del popolo, e che ha raggiunto a mani nudi e a piedi nudi: un’immagine di umiltà che vuole coerentemente continuare a mantenere.
Oggi una giornata intensa: l’addio agli allievi e ai colleghi della scuola media Enzo Drago, la calca di giornalisti che lo tempestano di domande sui primi impegni da affrontare, e tanti tanti volti sorridenti che cercano uno sguardo, un abbraccio, una conferma della propria presenza.
Accorinti non si nega, parla, pronuncia spesso la parola “amore”. “Non dobbiamo aver paura di usare delle parole che ci hanno negato – spiega – a partire da quella bellissima chiamata POLITICA, a cui noi tutti daremo nuovo senso”