Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’Arcigay Catania in merito all’episodio di omofobia regsitrato due domeniche fa in una spiaggia della provincia catanese, a sostegno della lotta contro ogni discriminazione e ogni violenza di genere:
Leggiamo sul network multimediale www.messinaora.it il report sulla “AGGRESSIONE OMOFOBA IN PROVINCIA DI CATANIA, VITTIMA UN MESSINESE: L’ARCIGAY METTE IN MOTO LO SPORTELLO LEGALE”, report ove viene chiesto a questo Comitato catanese di conoscere “quali azioni ha attivato il comitato Arcigay di Catania in modo da non sovrapporre iniziative che possono essere d’intralcio”, nonché l’auspicio de “la collaborazione del comitato Arcigay catanese: la comunità LGBT è una e va tutelata in quanto tale, senza tenere conto di appartenenze e confini territoriali.”
Al riguardo, facciamo presente che già nello scorso mese di maggio eravamo stati informati circa la pericolosità della spiaggia/zona in questione e, immediatamente, sul nostro profilo FB avevamo invitato la comunità lgbt a esercitare la massima cautela ed attenzione.
Successivamente, in data 9 giugno con e-mail delle ore 20:21, ci si informava che “una persona” aveva subito violenza dovendo, peraltro, ricorrere alle cure ospedaliere.
Con nostra e-mail delle ore 21:07 stessa data, scrivevamo al mittente “Grazie per la segnalazione che, se non ricordo male, era già stata fatta settimane or sono pur priva della gravità del fatto ora registrato.
Attendiamo di conoscere dettagli e particolari, soprattutto se la persona ferita ha sporto denuncia, sia in possesso di un referto medico, tutti elementi questi che ci potranno consentire un forte intervento come da augurio formulato.”
Dopo trenta minuti, ore 21:37 pari data, ci veniva fatto presente che “la maggioranza degli aggrediti sono cosìdetti mucciati che hanno paura per la famiglia alle spalle”.
A questa affermazione abbiamo ritenuto opportuno evidenziare testualmente: “Spero comprenderai bene che se si resta “mucciati” non si va da nessuna parte. L’omofobia si contrasta con azioni chiare, decise e visibili. E’ come se chi subisce il “pizzo” non lo denunciasse.
Occorre fare capire che questo genere di cose va denunciato, diversamente nulla si può fare sulla base di parole che verrebbero probabilmente negate davanti agli inquirenti da chi preferisce restare nell’ombra.”
Nel condividere il nostro assunto si faceva presente che “Si certo ch’è così, ma stavolta credo che quest’ultimo aggredito abbia sporto denuncia, infatti ieri lunedì 10 S.Marco era invasa da carabinieri che a quanto mi dicono facevano sopralluogo li dove erano avvenuti i fatti.”
Tutto ciò premesso, tanto per mera ed esatta ricostruzione dei contatti intercorsi con il Comitato Arcigay di Messina e che riportiamo non trattandosi di conversazione privata ma per quanto ovvio di interesse della comunità, ribadiamo la nostra assoluta e scontata disponibilità a metterci a disposizione di chiunque richieda il nostro aiuto e sostegno, come peraltro fatto per le esigenze economiche di due ragazzi palermitani le cui necessità impellenti ci erano state segnalate proprio dal medesimo comitato messinese e immediatamente soddisfatte con grande slancio dei nostri volontari.
Ma, in merito ai fatti di S.Marco, siamo ancora in attesa di avere i necessari dati per poter procedere con serietà e autorevolezza presso la Prefettura Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, e, visto che lo sportello legale del predetto comitato è stato solertemente già attivato, saremmo grati se quanto in suo possesso conoscitivo e documentale ci venisse rimesso.
Confermiamo, infine, che il contrasto alla violenza omofoba e/o mafiosa è attuabile attraverso lo strumento della visibilità, strumento che andiamo invocando in ogni nostra iniziativa e azione politica, particolarmente durante il Pride attualmente in corso a Catania.