Sebastiano Tusa, il ricordo della Soprintendenza del Mare

La morte di Sebastiano Tusa, archeologo e assessore regionale, ha lasciato sgomenti quanti lo hanno conosciuto in ambito accademico e culturale. Tra le novità che a lui si devono e che gli hanno valso riconoscimenti a livello internazionale, senza dubbio la creazione della Soprintendenza del Mare grazie alla quale ha valorizzato il patrimonio sommerso non solo siciliano. Nella foto che abbiamo pubblicato Tusa è con un gruppo di funzionari della Soprintendenza del Mare e ricercatori della RPM Nautical Fundation dopo il ritrovamento di un Rostro simile a quello esposto al Museo Regionale di Messina.

Ecco come lo ricordano i collaboratori che lo hanno affiancato in questi anni: “Abbiamo appreso con sgomento la morte di Sebastiano Tusa, da circa un anno Assessore regionale ai Beni Culturali. Ma al di là della carica politica per noi è rimasto il Soprintendente del mare, struttura da lui creata dopo aver dato vita al GIAS (Gruppo Intervento Archeologia Subacquea) e successsivamento allo SCRAS (Servizio di Coordinamento Ricerca archeologia Sottomarina). A Sebastiano ci legano ricordi bellissimi, un lungo impegno quasi ad inseguire, tra mille difficoltà, il sogno di una Sicilia diversa e bellissima. Per lui che aveva il cuore rivolto al passato ma la mente proiettata al futuro, il lavoro era una forma di impegno civile, totale e totatilizante, a cui si dedicava interamente senza mai fermarsi o abbattersi. Con un entusiasmo che non cessava mai di colpirti e di coinvolgerti.

Sebastiano Tusa ci lascia il 10 marzo, il giorno che la storia ricorda come la data della celebre Battaglia della Egadi, che tra tutte le scoperte della sua lunga carriera, era quella di cui andava più orgoglioso: avere ricostruito con precisione lo svolgersi della giornata e il luogo preciso dove avvenne lo scontro, fino ad allora ancora incerto.

Ma molti lo hanno conosciuto come archeologo preistorico, settore a cui ha dedicato buona parte della sua vita. Indimenticabile il suo libro “La Sicilia nella preistoria”, scritto quando aveva appena trent’anni. Alla luce delle sue ricerche, i suoi studi in vari siti dell’Isola, la sua visione innovativa dell’evoluzione delle prime comunità di cacciatori e raccoglitori che popolavano la Sicilia, si può affermare che con lui scompare anche l’ultimo grande maestro della preistoria siciliana.

Per noi è imprescindibile ricordare il suo tratto umano, il suo sorriso, la sua leggiadra ironia. In lui non trovavi mai un ostacolo alle proposte, spesso anche innovative, ma anzi stimoli ed incoraggiamenti ad andare avanti, consigli su come procedere. Generoso e di grande umiltà era disponibile con chiunque, senza guardare cariche o titoli di studio, pronto all’ascolto al dialogo con tutti, a raccogliere e fare proprie idee e progetti e a riconoscere e valorizzare il lavoro altrui.

Con lui scompare uno studioso di fama internazionale che dava prestigio alla Sicila, e rappresentava l’anima più bella della nostra terra, che sapeva mettere al centro il recupero della memoria storica e l’orgoglio delle sue radici pur sentendosi contemporaneamente e con lucidità cittadino del mondo.

Da oggi la Sicilia perde una dei suoi uomini migliori di cui si sentirà la mancanza man mano che passeranno i giorni e gli anni.

Per noi è stato un grande onore, conoscerlo, averlo vicino, lavorare fianco a fianco. Con lui se ne va anche una parte di noi. A tanti mancherà lo studioso prestigioso, il ricercatore instancabile, il funzionario brillante, a noi mancherà il carissimo amico, il fratello maggiore con cui abbiamo condiviso anni di passione e di lavoro avendo insieme nel cuore una speranza in una Sicilia più bella e più giusta.

L’auspicio è che si possa far tesoro della sua eccezionale conoscenza, del suo stile, della sua competenza, del suo entusiasmo, della sua umiltà: un modello da seguire ed imitare. Solo in questa maniera può trovare senso una tragedia incomprensibile e una scomparsa inaccettabile”.

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