Di Clarissa Comunale – La versione completa di “Shine on your crazy diamond” dei Pink Floyd consta di una lunga introduzione strumentale – che dura circa otto minuti – per un brano musicale straordinario che si rivela essere uno dei migliori della storia della musica mondiale. Un lungo piano-sequenza introduttivo, dunque, che prepara l’ascoltatore ad un’atmosfera nuova, intima, a volte anche mistica, sensuale: la potenza del rock. Proviamo ad assumere lo stesso atteggiamento tra le pagine di Marco Missiroli, candidato al prossimo premio Strega che, dopo il successo di Atti osceni in luogo privato (Feltrinelli, 2015), ritorna quattro anni dopo con Fedeltà (Einaudi, 2019), che considera il suo “libro padre”, primo passaggio ad una scrittura matura. Il romanzo, ambientato nella Milano che attraversa il decennio 2009/18, racconta le vite di Carlo Pentecoste, insegnante di letteratura, e Margherita Casadei, competitiva agente immobiliare, sposati da molti anni e sconvolti da un “malinteso” che farà cambiare i confini del loro legame: Carlo sorpreso con una sua allieva nella toilette dei locali in cui tiene il suo corso di letteratura.
Nella presentazione di Fedeltà che si è tenuta sabato 9 marzo alla libreria La Gilda dei Narratori con il giornalista Francesco Musolino, Missiroli spiega come questo testo sia nato grazie a tre episodi: “Nasce prima a Rimini, mia città natale, in un giorno in cui mio padre mi ammette di non aver mai tradito mia madre; poi quando notavo la straordinaria felicità sul volto di mia moglie ogniqualvolta rientrava a casa dalle sue sedute con il fisioterapista; e, infine, in un bar di Milano, in cui notai un gruppo di ragazze, immaginandomi cosa potesse raccontare un narratore seguendo uno delle ragazze andar via e, poi, riportando il pettegolezzo che le altre avevano cominciato a tessere all’uscita di una di loro”.
Se per Francesco Musolino, Fedeltà racconta la vita e affronta le voglie, Missiroli spiega che in realtà il titolo riporta un concetto plurale, che si declina in ambito esistenziale: “Sono tutti racconti veri, tratti da molti casi clinici e c’è anche l’autobiografia. Non troverete scene madri per il semplice fatto che racconto la vita nella sua autenticità”. Secondo Missiroli viviamo in uno stato di “osmosi esistenziale”, in perenne lotta tra noi stessi ed il mondo esterno, un mondo che ci vuole costantemente condurre all’infedeltà: ciò avviene in matrimonio, così come in amicizia. La chiave di volta, infatti, per comprendere pienamente Fedeltà è constatare l’importanza di rimanere fedeli a se stessi, senza perdersi nel liquame sociale, oggi compresso anche dai social, molto presenti sul romanzo, che storpiano facilmente la percezione della realtà.
Si ritiene un “junghiano” che, sfruttando gli studi sui vasi comunicanti, tesse la tela di Fedeltà tra verità, menzogne, ambiguità, contraddizioni, con una scrittura che, lungo un unico piano sequenza suddiviso in due parti, come un esercizio di scenografia cinematografica, e con il geniale utilizzo del “passaggio d’anima”, immette il lettore a cogliere tutto d’un fiato il testo che, nelle atmosfere di una Milano frenetica e malvagia, fino a Rimini intima e familiare, si dimostra essere un romanzo corale, ove le voci di Carlo e Margherita si mischiano ad altri importanti personaggi: Anna, madre di Margherita, che detiene il valore del matrimonio quale legame antico di fedeltà, Andrea, il fisioterapista che, invece, risponde ad una condizione dei corpi che serpeggia lungo tutto Fedeltà, e Sofia, l’allieva di Carlo, che si assumerà la responsabilità di prendersi cura del proprio padre, rimasto vedevo. Un ruolo fondamentale, infatti, rivestono i genitori per Missiroli il quale distingue due categorie di figli: “quelli che sono genitori dei propri genitori, come Sofia, e quelli che rimangono figli per sempre, come Carlo. Mi sono dunque chiesto: questa società sa partorire solo figli o accuditori?”.
Il tradimento, che spesso è legato ad un momento di evasione e di debolezza, in realtà per Missiroli diventa l’occasione per raccontare la sterilità dei rapporti contemporanei che con troppa facilità cadono nella rete della cedevolezza, ma che potrebbero trovare un nuovo modo di amare e rinvigorire il rapporto. Perdersi per poi ritrovarsi, dunque, per essere stati capaci di mettere se stessi in discussione: “chi si riabitua è stato da un’altra parte, sovvertendo un equilibrio”, scrive a pagina 69. L’infedeltà, che oggi è un “gesto naturale” in quanto siamo tutti “portatori sani di infedeltà”, è solo un’alibi per riportarci alla fedeltà verso se stessi, dove anche l’erotismo trova spazio, non resti solo un sogno, ma un desiderio sempre nuovo. In tal senso Ignazio Lax, che coordina con Roberta D’Amico il gruppo di lettura “La Gilda che Legge”, ha riscontrato in Fedeltà, “un romanzo di formazione, che ci fa pensare alla fedeltà alla maniera degli antichi latini quale legame senza costrizione così come emergeva in Catullo e Properzio, ponendo una netta distinzione tra tradimento fisico e amore legato alla passione”. E sul desiderio carnale Missiroli spiega: “noi uomini abbiamo una zona d’ombra che ci trattiene dal compiere un tradimento e si esplica in un processo di elemosina nei confronti di una donna: trattenendola un secondo in più nel salutarla, o accostandola leggermente più vicina a noi, plachiamo l’istinto al tradimento”.
“In letteratura la verità è ciò che si ricorda” (p. 44), una citazione da Barnes che esprime il suo forte legame con la letteratura americana, soprattutto ebraica, descrivendola con l’immagine della natività: “Dentro la capanna ci sono i fratelli Singer, Malamud, Bellow e Joseph Roth. Philip Roth sta fuori dalla capanna perché portatore della laicizzazione del corpo, mostrando un corpo morente, perché decaduto e, infine, Nabokov. A costruire la capanna è Kafka, che rappresenta la parte spirituale e poetica”.
Divide la critica, tra le polemiche legate all’apatia e alla freddezza del racconto e gli elogi per la scrittura e le tematiche, tanto da incassare il voto di 10 dal critico Antonio D’Orrico sulla “Lettura” del “Corriere della Sera”, ad oggi si attesta ottavo nella classifica nazionale e potrebbe essere un possibile vincitore del premio Strega, premio a cui aspira anche la messinese Nadia Terranova, con Addio Fantasmi. Nel frattempo un intenso tour nazionale sta facendo parlare Fedeltà. Dopo le tappe siciliane a Messina, Catania, Siracusa, Caltagirone e Palermo, Missiroli sarà, dal 12 marzo, a Bologna, Napoli e Roma.
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