“Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo” cosi ha detto Gesù riguardo le azioni dell’uomo.
Cosa si semina si raccoglie, e i primi germogli di speranza trasmessa da Papa Francesco durante la visita negli Emirati Arabi Uniti si iniziano a vedere.
Il 25 febbraio, il Ministro degli Esteri, Sua Altezza lo Sceicco Abdallah Ben Zayed Al Nahyan, è stato ricevuto oggi in forma privata a Casa Santa Marta, alle ore 12.30, dal Santo Padre Francesco e si è intrattenuto con lui per un colloquio durato 45 minuti. Il Ministro Ben Zayed ha voluto comunicare al Papa le decisioni che il governo degli Emirati Arabi Uniti ha intrapreso per promuovere l’applicazione degli intenti del Documento sulla “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” firmato dal Santo Padre e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib ad Abu Dhabi, 4 febbraio scorso. A quanto pare alcuni accordi stipulati sono già attuati e altri in via di attuazione.
Papa Bergoglio è intenzionato a seminare pace e speranza seguendo proprio lo stile e l’esempio del Santo di cui porta il nome, Francesco d’Assisi, infatti il 30 e 31 marzo sarà in Marocco, prima Missione Francescana risalente al 1219 dopo il martirio di cinque frati minori, evento che portò tra i francescani Padre Fernando da Lisbona, che indossando il ruvido saio del Frate umbro prese il nome di Antonio, oggi conosciuto come Sant’Antonio da Padova.
Sarà “un grande evento per la nostra Chiesa”, afferma l’Arcivescovo di Rabat, Mons. Cristòbal Lòpez, che afferma “sarà una due giorni molto impegnativa, carica di incontri significativi”, a partire da quello con i migranti della Caritas Diocesana della capitale e quello al Centro Sociale gestito dalle Figlie della Carità,la quale svolgono un servizio prezioso in tutto il Marocco. Francesco si recherà anche all’Istituto Mohamed VI per la formazione degli Imam, dei predicatori e delle predicatrici, per poi incontrare Sua Maestà il Re e il popolo marocchino sulla spianata della Moschea Hassan,
“L’Eucaristia, culmine e fonte di tutta la vita cristiana, sarà anche il culmine della visita di Papa Francesco e la fonte di tutto ciò che risulterà dalla sua presenza tra noi”, continua Mons. Lòpez
Il Papa sarà in Marocco come pastore universale, padre di tutti i cristiani cattolici, per incontrare anche i fratelli musulmani, si presenterà come si è presentato negli Emirati, “Servo della speranza” annunciando il Vangelo.
“L’attenzione deve essere posta sull’ascolto delle sue parole, sulla ricezione del suo messaggio, testimoniato da parole e gesti. ‘Quando il saggio segnala il sole con il dito, l’idiota guarda il suo dito’, dice un proverbio. Il Papa non è il sole; lui è il dito; guardiamo il sole, che è Cristo, e non il dito. Arriva il Papa: prepariamoci!” conclude L’arcivescovo di Rabat. (G.M.)