L’ex Assessore della giunta Accorinti, Guido Signorino, ha diffuso una nota in relazione all’incontro del sindaco De Luca per la soluzione stragiudiziale dei contratti sui derivati stipulati dall’amministrazione Buzzanca nel 2003. C’è da precisare che allora la delibera sul primo contratto fu l’ultima approvata dalla giunta Leonardi, la quale dava mandato al Ragioniere Generale di sottoscrivere l’atto (fatto di per sè irregolare, perchè a deliberare avrebbe dovuto essere il Consiglio). Il contratto venne poi sottoscritto pochi giorni dopo l’insediamento dell’amministrazione Buzzanca.
“Dall’agenda del sindaco”, dichiara Signorino nella sua nota, “risulta un suo incontro con l’istituto Dexia Crediop per una soluzione stragiudiziale della controversia sui derivati. Immagino il Sindaco abbia coinvolto i consulenti tecnici e legali che seguono e tutelano il Comune nel giudizio. È importante che il Comune non cada nella rete di depistaggio informativo che, comprensibilmente dal suo punto di vista, la banca ha tentato e sicuramente continua a tentare di tessere fin dall’inizio della controversia.
Come è noto i contratti derivati sono un nodo scorsoio che è stato infilato a partire dal 2003 nella testa del Comune e progressivamente stretto attorno al collo con le successive modifiche di contratto, fino all’ultima del 2007. La nostra amministrazione ha lavorato con molta profondità per operare una seria ricognizione e valutazione tecnica e giuridica dei contratti. Da questa è emersa la totale nullità dei contratti; a seguito di ciò fu sottoscritto un favorevole accordo con BNL: il Comune non versa più alla banca le “rate” previste o scadute, ma si limita a restituire entro il 2036 il denaro ricevuto da BNL, con un risparmio anche di 175.000 Euro. Si è così realizzata una condizione migliore rispetto allo stesso riconoscimento giudiziale della nullità dei contratti sottoscritti.
Con Dexia la trattativa è più complessa perché la banca, per entrare nell’affare, ha pagato oltre 10 milioni a BNL. I contratti (nulli perché truffaldini) le hanno fruttato da parte del Comune circa 5 milioni, quindi Dexia si trova in danno. E vorrebbe che questo danno glielo pagassero i messinesi, sostenendo (senza base) che l’autonomo rapporto tra le banche sia stato realizzato in nome e per conto del Comune. Ovviamente chi rappresenta e difende gli interessi della città non può accettare che Messina regali soldi non dovuti alle banche. Sarebbe un danno grave e irresponsabile a carico di tutti i cittadini. Al massimo si può accettare di chiudere la partita “a zero”, rinunciando al giusto e dovuto risarcimento del danno (almeno i 5 milioni indebitamente corrisposti) per annullare il giudizio. Ogni altra soluzione costituisce un danno certo ai messinesi.
Spero dunque che la notizia dei “contatti” tra il Comune e Dexia sia il segno di un ravvedimento della banca e della sua adesione alla proposta a suo tempo avanzata (o, perché no, a un’ipotesi migliorativa).”