di Palmira Mancuso – “Dio è stupefacente, è sorprendente. E il Natale lo dimostra, con tutti i protagonisti della storia: l’angelo che parla con una ragazzina che non conosceva uomo, i pastori, i magi. Non dobbiamo avere paura di farci sorprendere. Ce lo insegnano bene Elisabetta e Maria, che sono state attraversate dalla presenza di Dio. E le presenze sono segni inevitabili delle domande di Dio: “a che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”. Ecco il desiderio di conoscenza e l’esperienza di discernimento sono forse i temi centrali del messaggio d’auguri che l’Arcivescovo di Messina Monsignor Accolla ha destinato alla città, attraverso il consueto incontro di fine anno coni giornalisti, accompagnato dal vescovo ausiliare Monsignor Cesare Di Pietro.
Una riflessione ricca di spunti che valgono un’intera catechesi: perchè Monsignor Accolla ha toccato diversi punti cruciali dell’attualità che coinvolge i credenti, chiamati ad essere credibili con un chiaro riferimento a questo tempo di barbarie e di disumanità su cui i Vescovi siciliani hanno preso posizione, con un documento in cui sono evidenti le distanze da certo catto-leghismo di presepi e rosari in mano che sta inquinando anche il tessuto sociale delle parrocchie.
“Il bisogno di testimonianza e di impegni concreti sono i parametri su cui misurare la nostra esperienza – ha detto Monsignor Accolla – e anche per quanto riguarda l’accoglienza, dobbiamo comprendere che il povero non minaccia la sicurezza ma è piuttosto la corruzione la minaccia più grave”. Parole nel solco di Papa Francesco, parole rivolte anche al clero, perchè “il diavolo passa attraverso le tasche e la liturgia non è una coreografia, non è in vendita, l’amore è un dono gratuito”.
Come “padre” di tutta la diocesi, il Vescovo ha voluto ricordare l’impegno pastorale soprattutto a favore della formazione dei più giovani e della presenza sul territorio, perchè “non ci sia un parroco per più parrocchie ma un parroco in OGNI parrocchia”, a testimoniare la prossimità della Chiesa, “dove non solo siano aperte le porte ma soprattutto i cuori”. Un “investimento” sui più giovani che si è concretizzato con la nascita di un Osservatorio Permanente in collaborazione con l’Università e con l‘istituto di ricerca Iard per proseguire un dialogo intergenerazionale e fotografare la realtà messinese.
“Noi messinesi (lasciatemi dire che mi sento ormai uno di voi anche se sono di Siracusa) abbiamo grandi ricchezze umane, che dobbiamo valorizzare in molti ambiti – ha proseguito Monsignor Accolla – non cercando di ridurli nel loro ambito culturale, ma attraverso la conoscenza reciproca”.
Nonostante la “stemmite acuta” anche di qualche esponente della Chiesa, nonostante una politica al servizio del potere più che dell’umanità, il messaggio di Dio è più forte della grettezza di questi tempi: “il nostro vuoto non è la fine – ha concluso l’Arcivescovo – questa società secolarizzata può ancora veicolare lo stupore. A volte bisogna toccare il fondo, ma è da quello smarrimento che troveremo la gioia di alzarci e andare in fretta a testimoniare la presenza di Dio”.