“Cosa c’è di diverso tra le baracche di Messina e le case costruite con cemento di amianto a Biancavilla, 25 mila abitanti? Perché lo Stato a Biancavilla ha speso oltre 300 milioni di euro ed a Messina neanche 50 milioni?”. Gli interrogativi espressi con veemenza su un social dal sindaco di Messina, Cateno De Luca, hanno suscitato la reazione indignata del sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, nella foto in alto con Pogliese.
“Le parole del sindaco di Messina sono gravissime oltreché fuori luogo e infantili. Chiamare in causa la città di Biancavilla che, al termine di un lungo percorso di ricerca e battaglie sul campo si è vista attribuire il riconoscimento di Sito d’interesse nazionale sul fronte della fluoro-edenite, è un fatto scorretto. E balordo. Sparando un numero addirittura di 300 milioni di euro: chissà da dove l’ha tirato fuori. E’ tutto falso come la sua sensibilità – ha dichiarato Antonio Bonanno -. Biancavilla piange da anni le sue vittime: ed il sindaco di Messina (nella foto in basso) non ha rispetto nemmeno dei morti e di quelle famiglie che hanno visto strappare da sé gli affetti più cari. Biancavilla e i biancavillesi sanno cosa significhi convivere contro l’ombra oscura della fluoro-edenite: è per questo che tutti gli amministratori che si sono avvicendati negli ultimi 25 anni hanno condotto una strada fatta di colloqui continui col Governo italiano ed i centri di Ricerca ospedalieri e universitari.
La nostra azione di bonifica prosegue nella consapevolezza di dover intervenire quotidianamente, senza abbassare mai la guardia. Vicini alle istituzioni e lontani dalle strumentalizzazioni come quelle messe in campo da un sindaco, come quello di Messina, alla ricerca di un quarto d’ora di celebrità. De Luca si vergogni“, conclude il sindaco di Biancavilla.
Negli ultimi trenta anni, riporta il sito Sicilia Network, nel comune etneo si è registrata una strage silenziosa: cinquantasette decessi, che potrebbero aumentare nei prossimi decenni. Tante sono le vittime provocate dal mesotelioma pleurico, un tumore che colpisce i polmoni, in seguito all’inalazione di fibre e cristalli di fluoroedenite, più semplicemente conosciute come amianto, presenti nella colata lavica dell’Etna che ha formato il Monte Calvario, usato come cava per i lavori edilizi negli anni 60-70 in seguito all’espansione della cittadina. Ma da oltre due decenni gli amministratori locali e le strutture sanitarie hanno acquisito la consapevolezza di dover fronteggiare e contenere una emergenza che ha rilevanza regionale e nazionale. I cittadini (in particolar modo gli uomini) di Biancavilla, infatti, vivono un rischio cinque volte superiore rispetto agli altri siciliani di essere vittime di mesotelioma pleurico, un tumore che ha periodi di latenza anche di 40 anni. A Biancavilla, la lotta contro la fluoroedenite, ha compiuto un salto di qualità, forse il più importante nel novembre scorso quando il Ministero dell’Ambiente ha il decreto di finanziamento per l’ultimo decisivo intervento di bonifica del sito di interesse nazionale di Monte Calvario: 12 milioni di euro per finanziare il progetto elaborato dal Comune, per trasformare l’ex cava in un grande parco urbano, in piena sicurezza.