di Marina Pagliaro – Continuano i confronti fra Cateno De Luca e il consiglio comunale per discutere delle proposte del Salva Messina. A partire da questo pomeriggio, in un’aula consiliare più vuota rispetto a quella che si è presentata in udienza domenica, si è aperta la seconda parte del dialogo per la redazione dei criteri da scegliere per votare entro il 23 novembre il piano di riequilibrio. Il primo cittadino ha difeso la sua posizione di riorganizzazione del personale di Palazzo Zanca e delle società partecipate ma anche la necessità di operare dei tagli sui servizi sociali per scongiurare il default.
L’internalizzazione dei servizi è fra le priorità del Sindaco che ha esordito invitando il consiglio comunale a scegliere dei principi generali d’azione condivisi “per andare avanti – ha detto – oppure ci fermiamo”. Entro domani i dirigenti di Palazzo Zanca dovranno comunicare al primo cittadino tutta la situazione economico-finanziaria dei rispettivi uffici: “A partire da queste relazioni – ha spiegato De Luca – capiremo quali servizi internalizzare e quali no. Non possiamo avere quattro ragionerie, quattro centralini, quattro addetti alle buste paghe, software diversi. Tutto sarà fatto in vista di un’ottica di razionalizzazione”.
Se ieri l’incontro con le parti sociali è stato pacato, la difesa del mantenimento dei lavoratori e della stabilità dell’organico del Comune è stata tenuta in aula, invece, dal consigliere Pietro La Tona (Sicilia Futura). “Il personale va riqualificato senza dubbio e riorganizzato – ha detto – ma quale metodo verrà utilizzato? Il bastone senza la carota non ha senso. Non mettiamo mano alla pianta organica senza discuterne in consiglio: tocchi soltanto l’organigramma. Non sono d’accordo sugli esuberi: negli ultimi cinque anni ci sono stati quattrocento pensionamenti e le figure A e B sono inferiori rispetto a quelle dei comuni di Catania, per esempio”. Ma sul fronte del personale del Comune Cateno De Luca non intende assolutamente scendere a compromessi. Una questione, questa, che lega stretti tanto Palazzo Zanca quanto i servizi sociali. “Ci sono lavoratori che sono stati assunti per mansioni che non svolgono e che devono ritornare a svolgere – ha continuato De Luca – Chi non lavora è un ladro: le categorie A devono fare quel lavoro manuale per cui sono state scelte, le categorie B devono stare fuori dal palazzo. Il ricatto della malattia? Un palazzo si fa ricattare da chi non vuole fare il suo lavoro in base alla qualifica?”. Ma, ha rassicurato De Luca, ci si muoverà rispettando i contratti e la legge.
A sollevare la necessità di mantenere attivi i servizi sociali e di razionalizzarli effettuando sempre una mappatura equa delle richieste effettive dei cittadini la consigliera Cristina Cannistrà (M5S). “Utilizziamo i fondi extracomunali della legge 328 e facciamone un uso continuativo attraverso una logica distrettuale – ha proposto – È vero che i servizi hanno trascurato le persone e lasciato le lobby, ma bisogna comunque agire in un’ottica che superi l’assistenzialismo e il dipartimento non lo ha mai fatto: basti pensare che su tutto il territorio ci sono soltanto 18 assistenti. Sono quindi d’accordo con lei solo al 50%: non facciamo una guerra fra poveri e troviamo i fondi per tutti”. Ma la battaglia contro il sistema di cooperative attraverso cui sono organizzati i servizi sociali si preannuncia molto dura da parte del primo cittadino. “Abbiamo signori che sono nelle cooperative da 30 anni e che se ne devono andare – ha spiegato – Solo le norme anticorruzione avrebbero imposto a certi funzionari di andare via. I servizi vanno gestiti dal Comune senza appalti e senza mediatori, serve un controllo diretto: chi è stato lì finora ha suffragato operazioni di clientelismo e devono andare via, si deve voltare pagina radicalmente”.
Il consiglio, in buona sostanza, chiede che i servizi, nonostante i tagli, vengano comunque erogati per tutti. Perché se è vero che la manovra economica prevista richiederà sforzi e sacrifici, comunque sarà necessario cercare di accontentare i più. Ma su questo nemmeno il sindaco è positivo. “Qualunque mix non garantire tutti: né i servizi sociali né Palazzo Zanca – ha concluso prima della pausa dei lavori delle ore 19 – Non è un voto qualsiasi quello che si esprimerà sul provvedimento: ognuno di voi o per una virgola o per un’altra riceverà richieste di conto e ragione visto che siete consiglieri. Non cediamo alle provocazioni che ci stanno arrivando in questi giorni perché rischiamo di perdere un momento storico che riguarda non solo il default ma la ricostruzione di una nuova Messina“.