di Marina Pagliaro – Con 27 voti favorevoli, un astenuto (Claudio Cardile, PD) e due contrari (Gaetano Gennaro e Antonella Russo) è stato approvato l’emendamento unico realizzato a sostituzione dei cinquanta emendamenti presentati durante la scorsa seduta del consiglio comunale, che per la mole di lavoro non aveva discusso il testo della delibera suscitando la minaccia di dimissioni di Cateno De Luca. Anche per quanto riguarda il voto della delibera si è riproposto lo stesso scenario: tutti favorevoli tranne Gaetano Gennaro (PD) e Antonella Russo (PD). Astenuto il presidente del consiglio Claudio Cardile (PD). Altri emendamenti sono stati presentati nel corso della seduta da Gaetano Gennaro e Salvatore Sorbello.
Gli emendamenti di Gaetano Gennaro e la frattura fra il PD e l’aula
La scelta di voler concentrare tutti gli emendamenti in un unico testo esprimeva già una chiara posizione da parte di un consiglio comunale che, davanti alla seconda minaccia di dimissioni da parte del Sindaco, ha scelto la via della compattezza ritirando gli emendamenti e lavorando di squadra per concepire un testo che incontrasse il parere favorevole di tutti. Un testo a cui hanno lavorato tutte le forze politiche, tranne quelle del PD. A sollevare la questione in aula i consiglieri Gaetano Gennaro, Antonella Russo e Felice Calabrò che hanno preso le distanze non soltanto dalle modifiche al regolamento ma soprattutto dalle modalità di stesura di un emendamento che non ha coinvolto davvero tutti i consiglieri comunali. In contrasto con il presidente del consiglio Claudio Cardile si è subito posto Felice Calabrò che ha lasciato immediatamente l’aula quando si è cominciato a discutere dell’argomento. “Il pensare e il credere che sulla base del libero arbitrio alcuni solerti consiglieri che vogliono modificare il regolamento abbiano sentito l’esigenza di riunirsi ci sta – ha motivato – Ma se il presidente mette a disposizione funzionari e dirigenti le cose cambiano: chi è l’attore dell’aula? Nessuno si è posto il problema che il PD nella persona del capogruppo o di qualche consigliere potesse partecipare? In quest’aula nel rispetto delle posizioni di ognuno non ci fa paura di essere voce fuori dal coro che non ha approvato mai nessuna delibera”.
E sulla scia della frattura fra il PD e il resto dell’aula aperta dal consigliere Calabrò in prima istanza e supportata dagli altri appartenenti al gruppo consiliare escluso Libero Gioveni, risponde a suon di emendamenti Gaetano Gennaro. “Ho saputo che in questi giorni si sono tenute riunioni fra i gruppi consiliari per trovare un accordo su un testo condiviso ma sono dispiaciuto di non essere stato invitato – ha esordito Gaetano Gennaro – Un problema non si risolve non invitando le persone e adesso chiedo il conto all’aula”. Non di certo un pretesto per bloccare i lavori, quello di Gennaro che ha redatto 12 emendamenti “solo per dimostrare a me stesso – ha spiegato – che sulle regole si può essere molto più attenti e precisi”. Bocciata la proposta di utilizzare una posta elettronica pec per convocare tutti i consiglieri comunali (emendamento 1), respinta la proposta di rendere fruibili i banchi liberi dell’aula anche a ex sindaci, ex assessori, consiglieri circoscrizionali e a tutte le figure istituzionalmente rilevanti anche per il passato del Palazzo (emendamento 2), ha trovato il parere favorevole dell’aula la proposta di sfiducia all’ufficio di presidenza per mozione di un quinto del consiglio (e non da un quinto o un decimo, secondo quanto stabiliva il vecchio regolamento). I restanti emendamenti sono stati ritirati da Gaetano Gennaro quando l’aula, passata a discutere il maxi emendamento, ha espresso dichiarazione favorevole al voto. E ad argomentare sulla base della riduzione dei diritti dei consiglieri comunali che il nuovo regolamento apporterebbe Antonella Russo che, regolamento alla mano, ha decostruito a uno a uno tutte le modifiche. “Il mio voto non ha natura politica ma riguarda il merito e la legittimità di questo emendamento – ha spiegato – L’eliminazione del verbale delle adunanze, la decisione di dare al presidente del consiglio la discrezione di cacciare i consiglieri indisciplinati dall’aula (mentre prima si votava), l’eliminazione della votazione in forma palese, la riduzione del diritto di iniziativa del consigliere che senza parere favorevole dei dirigenti non può portare in aula una proposta, il ridimensionamento del ruolo dei capigruppo e molte altre problematiche rendono questo regolamento fortemente riduttivo del ruolo del consigliere“.
La presentazione del maxi emendamento
È toccato ad Alessandro Russo, il consigliere comunale di LiberaMe, estrinsecare, invece, il significato politico del maxi emendamento. “I consiglieri comunali ancora una volta hanno colto una sfida importante e messo da parte idee e posizioni nell’interesse dell’aula di avere un nuovo regolamento – ha esordito – Questo regolamento non ha niente a che vedere con quello proposto dall’Amministrazione: siamo intervenuti per tutelare sia i diritti della Giunta che dei consiglieri e il messaggio che vogliamo lanciare alla città è: dobbiamo saper essere all’altezza del compito che abbiamo ricevuto anche accelerando i tempi. Non dobbiamo avere paura di essere veloci: la democrazia è quella di chi si assume le responsabilità”. Risultato importante quello della nuova dimensione data ai capigruppo che non avranno il gettone di presenza in più per la partecipazione alle commissioni. Ma ugualmente importante la tempistica di delibera degli organi consiliari fissato a cinque giorni per il consiglio comunale e a dieci giorni per le commissioni consiliari. Una posizione, questa, condivisa da tutta l’aula che ha votato con 27 favorevoli, 2 contrarie e 1 astenuto la delibera e l’immediata esecutività.
Salvatore Sorbello mette d’accordo l’aula e difende i giornalisti non pubblicisti
A schierarsi invece a difesa del diritto dei giornalisti non ancora iscritti all’Ordine di partecipare alle sedute consiliari senza esibire il documento – come previsto dal nuovo regolamento – il consigliere del gruppo misto Salvatore Sorbello che, ottenendo anche voto favorevole anche da parte dei consiglieri del PD, ha proposto e ottenuto che l’accredito di tutte le testate giornalistiche presso l’Ufficio stampa del comune garantisca a tutti i collaboratori di partecipare alle sedute senza essere esclusi dalla mancanza dell’iscrizione all’ordine.
Ecco il maxi emendamento.