E’ stato il più grande concorso per l’ammissione ai corsi di laurea con oltre 4000 partecipanti, tra cui parecchi messinesi. Un concorso finito nel mirino della magistratura perché ai candidati non è stata consegnata la busta dove chiudere il foglio che conteneva l’associazione del codice assegnato al candidato e il suo nome.
Oggi il C.G.A. ha rigettato l’appello proposto dall’Avvocatura dello Stato per conto del Ministero e dell’Universitá di Palermo avverso la sentenza del Tar della Sicilia che aveva accolto il ricorso di undici candidati ai test di selezione per corsi di laurea in professioni sanitarie che si sono tenuti all’università di Palermo nel settembre del 2011.
Gli undici ragazzi, assistiti dagli Avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, erano stati quindi ammessi e studiavano con profitto all’Universitá. Anche per il C.G.A. è stato infatti violato il principio dell’anonimato perchè ai candidati non è stata consegnata la busta dove chiudere il foglio che conteneva l’associazione del codice assegnato al candidato e il suo nome. Tutte le schede sono state quindi messe in un bustone.
“ Si tratta – commenta l’Avvocato Santi Delia – di una importantissima riaffermazione della legalità e del diritto allo studio in un procedimento concorsuale caratterizzato da numerosissime ombre e su cui, per espressa decisione dei giudici amministrativi sta indagando la Procura della Repubblica. Al fianco degli studenti continueremo a mettere a disposizione le nostre conoscenze per non consentire a prove di concorso illegittime di impedire l’accesso al sapere e la volontà dei giovani di studiare al corso di laurea cui aspirano”.
In appello i ragazzi sono stati assistiti dall’Avv. Giacomo Ferrari del foro di Messina.