di Frà Giuseppe Maggiore – Tutto è pronto, il coro prova gli ultimi canti, i frati addetti alla liturgia curano gli ultimi dettagli, i frati venuti da fuori salutano gioiosi la gente che li ricorda quando erano professi temporanei in questo santuario dedicato alla Beata Vergine Maria di Lourdes dove, per volontà di Fra Leonardo Scelfo, fu costruita la grotta simile a quella nella quale, in Francia, apparve la Madonna a Santa Bernardette.
Ed è proprio in questo luogo che due giovani frati, fra Gabriele Di Gregorio, originario di Catania, vissuto anche se per pochi anni a San Giovanni La Punta, città natale del Beato Gabriele Maria Allegra e Fra Davide Pintabona di Sant’Angelo di Brolo (Me), pronunciano il loro primo sì ufficiale davanti a Dio e alla sua Chiesa, con il rito della professione temporanea che rinnoveranno ogni anno sino al loro sì definitivo.
Mentre guardavo il luogo della grotta gremito di gente e respiravo quel clima gioioso e di festa, chiesi ad un frate che di anni di professione religiosa ne ha già tanti, di dirmi la prima cosa che gli passasse per la mente riguardo la scelta di questi due giovani. Mi rispose che, nonostante viviamo in un mondo sempre più secolarizzato e scristianizzato, se ci sono ancora giovani che scelgono di servire Dio e i fratelli, la speranza non è ancora finita. Ed è proprio vero. Nel vedere Fra Davide e fra Gabriele accolti con il sorriso stampato in volto da tantissimi altri frati giovani e meno giovani, comprendiamo che ancora oggi, nonostante il relativismo, l’indifferenza e la tendenza alla chiusura, ci sono uomini e donne che con la loro consacrazione a Cristo vogliono mandarci un chiaro messaggio. Il messaggio ancora attuale di Francesco di Assisi, che sa vivere in pienezza l’incontro con l’uomo emarginato, reietto e allontanato da tutti, il lebbroso.
Ed in quel lebbroso incontra Cristo.
Fra Carlo Serri, Visitatore Generale che accompagnerà i Frati minori di Sicilia alla Celebrazione del Capitolo Provinciale e che ha presieduto l’Eucaristia, nella sua Omelia ha voluto diverse volte evidenziare come il cristianesimo nasce dall’incontro con Cristo: non una filosofia, non una ideologia, né principalmente una serie di norme etiche, ma l’incontro con Lui che è la sorgente. Un incontro che cambia la vita, così come l’ha cambiata a Paolo di Tarso, a Francesco di Assisi, la cambia a chi si mette in ascolto di Cristo che ci parla attraverso la sua Parola e ciò che accade ogni giorno attorno a noi. Francesco capisce che quel Crocifisso che gli chiede di riparare la Chiesa non è una statua ma è il Vivente. Incontrare l’altro significa uscire da se stessi, vivere il Santo Vangelo oggi con fede salda e volontà decisa significa stare in mezzo ai poveri, perché il chiostro dei frati è il mondo. Credo che sia questo il motivo che ha spinto Gabriele e Davide a dire il loro sì a Cristo ed affidarsi alla Fraternità dei Frati Minori. Questo desiderio di vivere il Santo Vangelo alla maniera di Francesco di Assisi affascina, coinvolge, stravolge e sconvolge l’esistenza di chi viene sedotto da Gesù che ancora oggi ci esorta a prendere il largo, a gettare le reti per essere testimonianza e specchio dell’amore infinito di Dio.
Fra Carlo Serri ha concluso la sua riflessione dicendo che nella vita consacrata c’è spazio anche per la croce: ci saranno le gioie ma anche la sofferenza. La croce proverà la fede ed è per mezzo della croce che ognuno di noi saprà testimoniare che Gesù salva ancora una volta il mondo.
A proposito di gioia non posso non menzionare la nonnina di Fra Davide, una donna di 87 anni, che nella sua vita ha vissuto sicuramente momenti belli e meno belli… ma al vederla con i suoi occhi lucidi e il suo sorriso, non si poteva fare a meno di pensare alla tenerezza di Dio che si manifesta in maniera speciale tramite persone semplici come la nostra nonna.
Fra Gabriele e fra Davide inizieranno gli studi teologici presso l’Istituto Teologico San Tommaso e vivranno in fraternità insieme ad altri frati professi temporanei nel convento Santa Maria degli Angeli meglio conosciuto come Santuario di Lourdes, in Messina.
Ancora una volta Gesù, ricevendo la domanda “Maestro, dove dimori?” risponde: “Venite e vedrete!”