Poche settimane e in città arriverà la nuova linea di bus elettrici acquistati dalla precedente Amministrazione. Ieri il sindaco De Luca ha annunciato tramite un post Facebook, con la consueta enfasi che lo contraddistingue, che «arrivano 16 autobus elettrici ma non è stata prevista la colonnina per caricarli e ricaricarli!». Aggiungendo che «la precedente amministrazione ha investito circa 8 milioni di euro per l’acquisto di 16 autobus elettrici (scelta condivisibile ) però ha dimenticato di realizzare l’impianto di alimentazione (colonnina di ricarica )».
A smentire il post del primo cittadino Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. “Innanzitutto i bus elettrici acquistati sono 13 e non 16. – si legge in una nota – Invece 16 sono le colonnine elettriche da installare per la ricarica dei bus. Poi ulteriore confusione sugli 800 mila euro che servirebbero per queste colonnine: questa somma si riferisce alla progettazione tecnica ed esecutiva per la realizzazione di una cabina elettrica che sarà installato nel deposito di Maregrosso che serve per fornire elettricità alle colonnine. Un progetto già affidato dalla vecchia governance Atm nello scorso mese di luglio. Altro errore: per i bus elettrici non sono stati spesi 8 milioni di euro. Il finanziamento Pon Metro 2014-2020 impiegato per l’acquisto di nuovi bus è stato così ripartito: 5.189.000 euro per i 13 autobus elettrici e 1.260.000 euro per la fornitura di 7 autobus lunghi gasolio Euro VI Classe II.
Fatte queste doverose premesse, andiamo a leggere schema del bando di gara, capitolato tecnico, determina dirigenziale con cui si dava il via alla procedura: in tutti gli atti che riguardano l’acquisto dei 13 bus elettrici si prevede anche la realizzazione di due stazioni di ricarica per i bus. Basta leggere questo paragrafo estratto dallo schema del bando di gara, nella sezione “Oggetto dell’appalto” – Breve descrizione dell’appalto o degli acquisti: L’appalto comprende la completa fornitura, chiavi in mano, di n. 13 autobus urbani classe Europea I, ad alimentazione elettrica, pianale ribassato, con allestimenti per un disabile non deambulante, e n. 2 stazioni di ricarica rapida, da adibire al servizio di trasporto pubblico urbano, nella città di Messina e nelle linee autorizzate dell’area metropolitana».
Nel capitolato tecnico addirittura si forniscono precise indicazioni su come e dove dovranno essere realizzate le due stazioni di ricarica, con tutti i dettagli tecnici e progettuali. Dunque perché il sindaco parla di 16 bus in arrivo e colonnine “dimenticate”? Se non sono menzogne allora qualcuno non legge le carte e la situazione anche in questo caso poco ci rassicura, specialmente se con la stessa perizia si leggono i bilanci e si tagliano i servizi, mandando a casa decine di lavoratori come accaduto poche settimane addietro. Nelle esternazioni del sindaco ci sono errori evidenti su costi e numeri del bando che non fanno certo onore ad un amministratore attento qual è il nostro primo cittadino”.
Una conclusione al vetriolo, infine, con riferimento ai primi atti della nuova amministrazione che ha già cominciato a modificare l’ATM con diverse ripercussioni sul servizio pubblico. “Signor sindaco se la sua strategia serve unicamente a distruggere quanto fatto, anche di buono, dalla precedente amministrazione onestamente ci sembra un’assurdità e la avvisiamo che la campagna elettorale è finita e adesso è il momento di amministrare, – si legge ancora – ma probabilmente la strategia serve a nascondere i primi passi falsi della nuova gestione che già in un mese ha fatto drastici tagli ai servizi, esternalizzazioni ed errori di valutazione grossolani isolando interi villaggi. Se poi in sede di aggiudicazione della gara d’appalto da parte della commissione aggiudicatrice ci sono stati degli errori allora si individuino le precise responsabilità. Senza la frenesia lampante di dover delegittimare a tutti i costi quanto fatto fino ad oggi dall’Atm per colpire la vecchia amministrazione, cosa che poco ci interesserebbe, se non riguardasse da vicino il servizio ai cittadini ed il futuro di 500 lavoratori”.