Domani, domenica 21 aprile dalle ore 10,00, il comitato La Nostra Città avvierà la raccolta delle firme per una petizione indirizzata all’Autorità Portuale di Messina.I cittadini promuovono così l’inizativa, a tutela dell’interesse pubblico, per chiedere il ritiro di ogni bando per il rinnovo della concessione e/o affidamento diretto a “società portuali”, “imprese portuali” o di vettori di altro tipo, della Rada S.Francesco per attività di traghettamento.
Considerando anche che la pluridecennale concessione, assegnata sempre allo stesso gruppo societario, contro ogni legge dello Stato e della Comunità europea, con la scadenza del prossimo settembre 2013 NON potrà e dovrà più essere rinnovata. La tutela della sicurezza e della salute impongono l’immediato ripristino della zona dell’ex chalet con il divieto assoluto di transito pe il gommato pesante e leggero che dovrà essere trasferito in altro sito. Di questa iniziativa hanno parlato pochissimo gli organi d’informazione.
La Gazzetta del Sud continua a reiterare la ormai antica ostilità nei confronti delle attività del Comitato. Il direttore Morgante e lo stesso Lucio D’Amico ritengono eticamente giusto il negare informazione e conoscenza ai propri lettori su temi che, per Messina, sono cruciali.
Sui motivi di tale comportamento si potrebbero fare mille e una congettura ma, alla fine, non servirebbero a nulla. Non è uno sfogo che si cerca qui ma un ragionamento, una logica. Purtroppo è sostanzialmente impossibile dialogare e ragionare con chi decide di negarsi oltre che negare la parola. Stesso silenzio da parte del settimanale centonove. Anche in questo caso il ragionamento è precluso. La direttrice e l’ispiratore di quel giornale covano rancori antichi e antropologicamente insondabili.
Su alcuni giornali online non serve neppure riflettere. Quindi è tutta qui la sostanza di una impossibilità a svolgere attività civile in questa città.Il sistema di interessi, di ipocrisie, di distrazioni e di aridità culturale e umana fa prosperare il potere di quei pochi che detengono veramente i cordoni della borsa.
E cosi le prossime elezioni amministrative vedranno il rispolvero di vecchi e nuovi prestanome, di finti innovatori e di qualche baldanzoso vincitore imposto dagli affari e dagli accordi tra affaristi. La questione del traghettamento, delle concessioni frutto di illegalità, dell’asservimento della città ai tir, non è altro che la metafora di un feudo scadente al quale sono asserviti i tanti aspiranti amministratori della cosa pubblica. Ed è qui che cade ogni prospettiva, ogni speranza, ogni possibilità di cambiamento vero.
I tanti “Batman” continueranno a usare le casse pubbliche come bancomat personali mentre ancora qualcuno ammonirà che i dissesti dovranno essere coperti dal silenzio e dalla opportunità “politica”. Così nascono le alleanze, gli accordi dove tutti cercano di coprire tutti. Non rimane che la nostra ostinata intransigenza, assieme a quella di tutti i cittadini che riusciremo a coinvolgere, a informare, a scuotere, per restituire verità e dignità a questa comunità. (SARO VISICARO)