OCCUPAZIONI ABUSIVE CASE ZANCLE E GIUSTIZIA SOCIALE: PRIMA LO SGOMBERO, POI LA PROTESTA

 

Sono agguerriti senza scelta gli ex inquilini delle “Case Zancle”, sfrattati giovedì mattina dalla polizia perché occupanti abusivi. Si tratta di otto famiglie delle quali alcuni elementi per nucleo il giorno seguente il blitz hanno piantonato gli uffici di Palazzo Zanca al fine di essere ricevuti da chi di competenza.

Hanno trascorso la mattinata aggirandosi per i corridoi semideserti del palazzo comunale, in attesa di ricevere udienza da chi potesse prospettargli una soluzione. Sono i componenti delle otto famiglie sgomberate dalle case del Complesso Zancle di Tremonti. Si erano insediati nelle abitazioni, a loro dire deserte e malconce, circa tre anni fa quando queste erano libere e cadenti. Avevano già ricevuto un ordine di sgombero ad ottobre e un ulteriore, così riferiscono, a gennaio. A fronte dello sfratto di giovedì  che li ha costretti a dormire in macchina la scorsa notte, oggi si raccontano. Tra loro ci sono un uomo con un figlio invalido, una donna con marito detenuto e tre bambini rispettivamente di 11 anni, 2 anni e 2 mesi,  una donna con due figli rispettivamente di 13 e 16 anni, 2 tumori facciali e cisti al seno. 

L’amministrazione aveva prospettato la possibilità di alloggiare presso una struttura a Giardini Naxos, ma loro non ci stanno e denunciano la violenza con cui sono stati tirati fuori dalle case, mostrando le braccia su cui gli ipotetici segni di forza che dicono di aver fatto refertare. Il Palazzo è pressoché congelato e l’unica persona con cui riescono a parlare è un’addetta alla segreteria contro cui inveiscono minacciando di accamparsi per la notte nel caso in cui non venga trovata una soluzione.

L’insediamento abusivo in case che attendevano di essere regolarmente assegnate è un reato e pertanto va punito, ma adesso si pone il problema della nuova sistemazione per gente che, a fronte di patrimoni miseri, ha a carico bambini e adolescenti.(LAURA MANTI)

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