“Messina merita chiarezza! Basta con l’arrogarsi i meriti di finanziamenti a pioggia e basta con la guerra mediatica di discorsi da bar con un linguaggio giunto al trash, anche nei confronti della mia persona”. Pippo Trischitta, candidato sindaco di Messina Splendida, interviene sul clima creatosi in questa campagna elettorale, ritenuto “ormai insopportabile” nel momento in cui incide su aspetti personali e non politici.
“Trovo, in particolare, irrispettoso nei confronti dei cittadini arrogarsi il merito di quanto arriverà grazie alla Finanziaria approvata nei giorni scorsi all’Assemblea Regionale: da qualcuno giunge l’esultanza per aver fatto arrivare a Messina 150milioni di Euro, da altri arriva la smentita, da altri ancora si parla di “lavoro di squadra”. Quel che appare certo è che alcuni emendamenti sono stati dichiarati inammissibili dal presidente Micciché ed è stato votato esclusivamente un Ordine del giorno relativo ai Fondi POC, la cui destinazione è stata stabilita dalla Giunta regionale a dicembre. Soprattutto, per approvarla questa benedetta Finanziaria c’è voluto un voto della maggioranza dell’Assemblea e non di certo di uno o due o un gruppetto di deputati. Da parte mia sarei felice se la nostra città potrà ricevere soldi per importanti interventi, quali il risanamento o l’acquedotto e pure la bonifica dell’ex Sanderson che fa parte del mio programma con la creazione di un grande mercato per la zona sud. Per favore, dunque che nessuno si metta medagliette al petto che altri poi si sentono in diritto di strappare, soprattutto utilizzando l’attività di deputati regionali per la campagna elettorale delle Amministrative. Un buon sindaco non ha bisogno di essere deputato regionale. Parlare di “rivoluzione” di vario tipo, da una parte o dall’altra, si rivela demagogico e populistico e genera pure un clima di agitazione parossistica. Occorre agire – conclude Trischitta – con serenità, perché la città di Messina necessita di azioni realistiche e razionali, da compiere passo dopo passo e tenendo presente solo l’interesse comune”.