Impresa di Vincenzo Nibali alla Milano – Sanremo 2018. Partito senza pressioni dopo un inizio di stagione in sordina, per la prima volta forse lo Squalo dello Stretto era arrivato alla Classicissima senza che tutti si aspettassero da lui qualcosa. Con in squadra un Sonny Colbrelli che poteva giocarsela con i migliori, il siciliano, come racconta a spaziociclismo.it, ha invece tirato fuori il coniglio dal cappello, scattando sul Poggio e resistendo fino al traguardo per un’impresa degna dei grandi nomi del ciclismo. Applauditissimi, lo scorso anno erano stati in tre a fare la differenza, ma quest’anno il capitano della Bahrain – Merida ci è riuscito da solo con uno scatto quasi fortuito.
Partito per seguire Krists Neilands (Israel Cycling Academy), il messinese rivela infatti di aver esitato qualche istante prima di lanciarsi nella sua impresa non prevista. “Quando è partito stavo facendo da stopper per Sonny perché lui stava bene – racconta dopo il traguardo – Mi ha chiesto il cambio e ci ho pensato un’attimo prima di darlo. A quel punto l’ho dato e quando ho visto che dietro non c’era nessuno ho insistito. Nella seconda parte, quando la pendenza è aumentata, ho visto che avevamo fatto il buco, quindi sono partito e non mi sono più guardato indietro“.
La grande forza del siciliano è stata peraltro proprio non aver mai esitato, deciso a dare tutto sino alla fine. La grande grinta mostrata sin dai Tre Capi, ma sopratutto sulla Cipressa, che ha affrontato in testa, facendo a gomitate per non perdere la posizione in gruppo, pronto a balzare alla ruota di chiunque si lanciasse, l’ha poi ribadita pienamente nella picchiata verso Sanremo. “Non mi sono mai girato, solo negli ultimi 50 metri – prosegue – Via radio mi dicevano i distacchi, sentivo dieci, undici, nove secondi… Il momento più difficile sono stati gli ultimi due chilometri, con il vento forte nei viali. Poi non sapevo bene dove fosse il gruppo, ma sono andato a tutta sino all’arrivo”.
Se la sua impresa è stata dunque non proprio prevista, era chiaro che per imporsi in una corsa sostanzialmente considerata per velocisti, la sua arma era proprio la sua imprevedibilità. “Non sono veloce, quindi dovevo inventarmi qualcosa – aggiunge – A questa Sanremo sono arrivato a fari spenti, con la serenità di poter correre tranquillo, senza pressioni. Oggi è stata una vittoria incredibile, forse anche io non me la aspettavo…quando mi invento queste cose neanche io so come faccio!” c.m.