“I gruppi politici devono parlare la stessa lingua” aveva tuonato appena qualche giorno fa, il Presidente della Regione, Rosario Crocetta. Dunque urgente vertice di maggioranza(non si è ben capito chi l’abbia proposto a chi) e confronto con le minoranze. Sono trascorsi appena tre giorni da quando l’ex sindaco di Gela si esprimeva in questi termini in merito all’abrogazione delle Province. Spending review, elezioni anticipate o posticipate, rimbalzi da aprile p.v. a giugno fino a proporre addirittura uno slittamento al maggio 2014, tutti temi strettamente interconnessi. Insomma, all’Ars le acque sono state piuttosto mosse ultimamente e hanno generato confusione nell’opinione pubblica ma anche in seno a partiti e l’Assemblea stessa. Più che lunaticità umorali, sembrerebbero tentativi per mantenere gli equilibri, retti, oggi più che mai, da un ago della bilancia che,( all’indomani delle Politiche) appare sempre più bollato “Cinque Stelle”. E che la Sicilia sia il “modello” che in molti auspicano possa essere ripreso anche ai piani “più alti” dei palazzi romani, è cosa già detta. Per intenderci non si può prescindere da chi le idee mostra di averle chiare, come la nuova generazione di deputati che, da Palermo, anima e contribuisce in modo pressante a manovrare la politica verso quelle che considera le priorità dell’Isola; infondo che Crocetta governi insieme ai Cancelleri e co. è palese, nonostante i “grillini” non siano ufficialmente compresi nella sua maggioranza reale.
Salvatore Siragusa neodeputato del Movimento, aveva già ribadito negli scorsi giorni, la netta propensione per un’abrogazione urgente delle amministrazioni intermedie. Dal canto suo, il Governatore ci era andato più cauto e ironizzando commentava: “Io le potrei anche volere abolire ma non posso farlo da solo. Quando avrò tutti i poteri di Grillo lo farò”. Il piano del Presidente siciliano sembrava essere forte ma meno drastico di altri: alleggerimento dell’ente Provincia, al quale strappare di mano una parte delle competenze di cui oggi si fa ancora carico e redistribuirle tra comuni e Regione. Snellimento vero e proprio dunque: “I nostri obiettivi sono: ridurre i costi delle province e creare i liberi consorzi come prevede lo Statuto. Vogliamo dare anche un riferimento ai territori, e un taglio a tutti gli enti che al momento causano molti costi”. Statuto a parte però, bisogna sempre passare attraverso il placet dell’Assemblea (chiaramente) e i primi a dissentire sono stati proprio i “grillini” che si sono così espressi per bocca del loro coordinatore Cancelleri :“il Movimento voterà soltanto l’abolizione degli enti provinciali”. Più chiaro di così non poteva essere.
Ad un tratto, la sorpresa domenicale!
Mentre i siciliani stanno seduti a consumare il pranzo in famiglia ,confusi tra parmigiana e pasta al forno da una parte e Domenica In dall’altra, , tra il caffè e i cannoli alla ricotta si sono trovati davanti proprio Crocetta, ospite di Giletti (ormai sembra più un co-conduttore dato l’enorme numero di presenze all’Arena) e la sua posizione,adesso appare stravolta. “Domani aboliremo le Province. La Giunta approverà una proposta di legge, saremo la prima regione d’Italia che le abolirà per fare i liberi consorzi di Comuni“. Ecco che qualcuno tossisce e si affoga pensando al rischio d’estinzione di uno stipendificio che ha dato tanto (anzi tanti … voti a chi ha saputo “usare” quest’Ente come collocamento “racimola voti”).A questo punto i commenti non si fanno attendere. Alfano, segretario della fenice (ops, del Pdl) si dichiara pronto alla battaglia; indossa il suo elmetto da combattente e inizia l’avanzata verso le elezioni per i rinnovi a maggio. Eppure suona strana tanta opposizione ad un progetto sostenuto con forza proprio da Berlusconi nel 2008, poi messo in un angolo e nuovamente (opportunamente) ritirato fuori dal cilindro appena qualche “istante” fa. Dal canto suo, l’on. D’Alia (ad Enna in compagnia dei “suoi” per uno screening post elettorale) appare un po’ perplesso circa questa accelerazione dell’alleato (o “aminemico” bisogna ancora capirlo) , di cui l’Udc ha appoggiato la candidatura a Palazzo D’Orleans. Sempre da Palermo, malcontento e disappunto espresso dal Presidente della Provincia Giovanni Avanti. Il possibile futuro “disoccupato” ospite di Palazzo Comitini , crede sia tutta una strategia: “è una manovra puramente demagogica” sostiene. Ma non solo il Cinque Stelle appare gongolante,infatti il ministro Cancellieri, interpellata in merito ha sostenuto “il governo Monti ci aveva già pensato” –ma pensarci non è sufficiente come è giusto le si faccia notare- vedo che in Sicilia stanno proseguendo su questa linea, che è molto buona“.Insomma, per sapere quale sarà l’epilogo della vicenda bisognerà aspettare ancora un po’. Non mancheranno ulteriori atteggiamenti schizoidi è probabile ( provenienti da qualsivoglia parte), né confronti e forse anche degli scontri -finanche fratricidi-. Non ci si meravigli se alcuni dei protagonisti della “tragicommedia politica”siciliana in scena possano risultare addirittura affetti da disturbi della personalità, e non sarebbe così incredibile un ribaltamento di affetti tra Udc e Crocetta. Infondo -historia docet- non sarebbe la prima volta per il partito di centro ritrovarsi, nel merito della stessa legislatura, su fronti decisamente opposti. Tanto più che, a quanto pare, dall’avvento del Movimento di Grillo, gli equilibri di potere interni alle stanze dei bottoni,si possono mantenere anche senza ricorrere alla benevolenza dei delfini scudocrociati. Attendiamo sviluppi in attesa del vertice odierno e incrociamo le dita: nell’era di “dimissioni improbabili” e commissariamenti imposti,ogni piccola scossa può far temere un terremoto.(ELEONORA URZI’)