Le proiezioni del Senato raffreddano l’entusiasmo del PD. Il centro destra, infatti, si attesta come il primo partito col 33,6% seguito dal 28,1% del partito democratico, il 24,3% del M5S e con l’incertezza che la coalizione con Monti non raggiungerebbe la soglia del 10%. Molto al di sotto delle aspettative Rivoluzione Civile di Ingroia.
Gli umori dei partiti oscillano a seconda dei numeri riportati da agenzie di stampa. Emblematico il caso del Partito democratico: “Con i dati delle prime proiezioni si torna a votare” ha detto il vicesegretario Enrico Letta, secondo cui ”se questo fosse lo scenario temo che si cambia la legge elettorale” e si torna alle urne perché i dati “fanno emergere un Parlamento sostanzialmente ingovernabile”.
In Sicilia il dato del PD è ancora più sconfortante, con il M5S che supera il centro-sinistra.
Il centro destra resta inconfutabilmente Berlusconiano, e a pagarne le spese è la coalizione che lascia fuori dal Parlamento Fini e Casini e non premia Monti.
Il gelo è calato anche in Piazza Affari alla notizia delle proiezioni elettorali che vedono il Pdl in testa con il 31% . L’indice milanese che guadagnava il 4% ha azzerato il rialzo per poi girare al ribasso (-0,34%) e infine chiudere in rialzo dello 0,73%. Su e giù vorticosi anche per i principali titoli guida e in particolare per le banche che dopo aver subito una raffica di sospensioni al rialzo sono incappate negli stop per eccesso di volatilità al ribasso.