Grande Sicilia: il partito del “centro non centro” che accoglie tutti

di Palmira Mancuso – In Sicilia tutto cambia perché nulla cambi. È nato il partito “Grande Sicilia”, l’ennesima incarnazione di un centrismo fluido che, più che rappresentare un’idea politica chiara, si presenta come un grande contenitore di voti e opportunità. Il movimento si autodefinisce come la risposta alle esigenze di “diverse sensibilità”, un appello che suona come un invito trasversale per chiunque sia alla ricerca di una nuova casa politica. Ma chi c’è dietro questa nuova creatura?

Il fondatore principale è Gianfranco Micciché, che con un messaggio diffuso tra i suoi contatti ha annunciato l’iniziativa, dichiarando: «Voglio provare a restare nel centrodestra, ma…». Un segnale che apre scenari di dialogo anche oltre gli schieramenti tradizionali. Al suo fianco ci sono l’ex governatore Raffaele Lombardo e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, oltre a Fabio Mancuso, sindaco di Adrano e coordinatore dell’Mpa.

Micciché sogna un «centrodestra rinnovato: più umano, più colto, più intelligente», ma pronto a dialogare anche con altri mondi, ipotizzando persino un confronto con un «centrosinistra moderno e consapevole». Un’apertura che sembra ricalcare la strategia politica di Lombardo, noto per la sua capacità di costruire geometrie inedite. Fabio Mancuso spiega che il progetto punta a coinvolgere «realtà civiche, autonomiste, democratiche», con adesioni di varia provenienza. «Non ci rivolgiamo ai partiti, ma a sensibilità che provengono dalle migliori posizioni della cultura italiana, sia nel centrodestra che nel centrosinistra».

Il logo del partito riporta proprio queste tre parole: “civici, autonomisti, democratici”. Una sintesi perfetta dello spirito inclusivo (o trasformista, a seconda dei punti di vista) con cui “Grande Sicilia” si propone di raccogliere adesioni.

Tuttavia, almeno per ora, dalle parti di Lombardo si escludono dialoghi con il Pd e il M5S: «Ma se non si parlano nemmeno tra loro – dice Mancuso – questo centrosinistra non funziona, se poi, nel futuro, nascerà qualcosa di diverso, si vedrà». Nel frattempo, lo sguardo è rivolto alle aree progressiste più compatibili con il centrodestra: Italia Viva, Azione e Noi Moderati di Maurizio Lupi.

«Ma non vogliamo formare una cosa di centro», precisa Mancuso, pur annunciando l’intenzione di creare «un partito di giovani, una nuova classe dirigente». Tra i nomi di spicco, infatti, oltre all’ex grillino Giancarlo Cancelleri, si segnala l’adesione di Luigi Genovese, figlio di Francantonio, di cui ha preso l’eredità di consenso dopo le note vicende dello scandalo della formazione professionale in Sicilia che ne ha segnato la parabola politica. Senza dimenticare Fabrizio Ferrandelli, ormai delfino di Lagalla di cui è assessore, approdato nel centro destra dopo aver massimizzato la sua presenza ai vertici di Più Europa e Azione. Inoltre, un giovane potrebbe presto entrare in giunta regionale: si fa il nome di Francesco Colianni, ex vicesindaco di Enna, come possibile sostituto dell’assessore all’Energia Roberto Di Mauro, che ha annunciato le dimissioni ma ha anche ironizzato sui tempi di esecuzione: «Prima di dimettersi penserà agli ultimi bandi. Ma sono così tanti che impiegherà altri due anni e mezzo», ha scherzato Lombardo.

Grande Sicilia si presenta come la novità politica più importante degli ultimi tempi nell’isola, ma a ben vedere sembra ricalcare uno schema già visto: un’aggregazione di personalità più che di programmi, un luogo dove l’ideologia è secondaria rispetto alla capacità di attrarre consensi. Un partito “né di destra né di sinistra”, ma pronto ad accogliere chiunque abbia voti da portare in dote.

La nascita di questa formazione lascia spazio a molte domande. Sarà davvero un movimento innovativo capace di dare risposte concrete ai problemi della Sicilia o l’ennesimo esperimento politico che serve solo a mantenere il potere nelle mani di chi già lo detiene? Per ora, l’impressione è quella di un déjà-vu: la politica siciliana conferma la sua straordinaria capacità di rimescolare le carte senza mai cambiare davvero il mazzo.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it