La “pax” politica è sostanzialmente fatta. Ma se Cateno De Luca ha un certo interesse a rassicurare la propria classe dirigente sul fatto che non resterà fuori dai giochi per le prossime elezioni regionali, dopo il fallito avvicinamento con il centro sinistra, è Renato Schifani quello più prudente, consapevole di quanto sia divisiva nel centro destra la spinta “propositiva” del leader di Sud Chiama Nord.
Eppure oggi a Palazzo dei Leoni è stato segnato un passaggio fondamentale dell’avvicinamento tra il partito di De Luca e l’area di Forza Italia che Schifani rappresenta, un accordo sancito anche dalla nomina di Laura Castelli quale nuovo capo di gabinetto della Città Metropolitana: una poltrona che è servita a far “scorrere meno sangue” tra gli ambiziosi fedelissimi di De Luca, certamente pronti al “ben servito” qualora sentissero in bilico la propria posizione.
Nel Salone degli Specchi di Palazzo dei Leoni più che del presente si è parlato di futuro e del peso che l’amministrazione della Città Metropolitana ha, considerando i 108 Comuni che possono fare la differenza in ottica del consenso elettorale regionale e di come ottenerlo.
Dunque da un lato si è parlato di cantieri e somme destinate ai vari progetti che ricadono su un vasto territorio come quello della provincia messinese, dall’altro erano pochi i sindaci presenti a quellla che più che una conferenza stampa istituzionale, è risultata l’ennesima vetrina politica: a partire dalla presenza di un addetto stampa non istituzionale (Valeria Brancato, che tuttavia viene retribuita con soldi del Comune quale consulente) fino all’utilizzo di un contesto istituzionale per un evento di partito.
E quindi, al netto dell’elenco dei finanziamenti “strappati” alla recente manovra finanziaria (a partire dai 30 milioni di euro per il depuratore di Nizza di Sicilia, la possibilità di slegare Taormina con l’ente Parco Archeologico salvando dal dissesto il comune ionico, i 250 mila euro al CAS per compensare l’esenzione del pedaggio dei caselli di Barcellona e Milazzo, i 750 mila euro per i comuni della valle del Mela per l’elevato rischio ambientale, la progettazione dei due svincoli di Alì Terme e Santa Teresa di Riva, o i 15 milioni di euro per la creazione di laboratori negli istituti superiori) è un dato politico quello ad emergere: i toni della campagna elettorale hanno ceduto il passo alla “concretezza”.
Insomma da “ectoplasma” a “padre nobile” Cateno De Luca ribalta la posizione, e a Renato Schifani non resta che accettare un dato di fatto: è ancora Sud Chiama Nord il partito da battere sul territorio messinese, e i numeri della macchina deluchiana possono fare la differenza. Gli insulti sono “folcrore da campagna elettorale” ribadisce Cateno De Luca. Avanti il prossimo.