Nel 2022, un episodio drammatico ha segnato la vita di una donna di 43 anni, che ha perso una gamba a causa di una setticemia non tempestivamente diagnosticata. La vicenda, avvenuta presso l’ospedale di Sant’Agata Militello, è ora al centro di un processo che vede imputati due medici accusati di lesioni colpose. Il giudizio si aprirà il prossimo 14 gennaio davanti al tribunale monocratico di Patti.
Secondo l’accusa, la paziente si era recata al pronto soccorso dell’ospedale con difficoltà di deambulazione e un forte dolore, sintomi che avrebbero dovuto indurre a un’indagine più approfondita. Tuttavia, dopo una prima visita, la donna era stata dimessa con la prescrizione di una terapia antibiotica e riposo. Nei giorni successivi, il suo stato di salute è precipitato: un nuovo accesso al pronto soccorso ha reso necessario il trasferimento d’urgenza al Policlinico di Messina, dove è stata sottoposta a un intervento per amputare l’arto colpito dalla grave infezione.
Il rinvio a giudizio dei due medici si basa sul rapporto dei consulenti medici della Procura. Secondo quanto emerso, i sanitari avrebbero agito con imprudenza, omettendo di eseguire un esame radiologico che avrebbe potuto diagnosticare tempestivamente una gangrena gassosa. La mancata individuazione del problema ha portato al peggioramento del quadro settico, culminato nella necessità dell’amputazione.
L’inchiesta aveva inizialmente coinvolto un terzo medico del pronto soccorso, per il quale è stato però disposto il non luogo a procedere. L’Asp di Messina è stata citata come responsabile civile, mentre la donna e i suoi familiari si sono costituiti parte civile con un team di avvocati, tra cui Massimiliano Fabio, Emanuele Belligno Todaro e Giuseppe D’Anna.