Duplice omicidio di Camaro: 20 anni di reclusione per Claudio Costantino, reo confesso

Dopo due anni di processo, la Corte d’Assise di Messina ha condannato a 20 anni di reclusione Claudio Costantino per il duplice omicidio avvenuto il 2 gennaio 2022 nel quartiere Camaro. La sentenza, emessa dopo sei ore di Camera di Consiglio, ha escluso l’ergastolo richiesto dall’accusa, riconoscendo una pena ridotta per via del rito abbreviato.

La Corte, presieduta dal giudice Massimiliano Micali, ha accolto parzialmente la linea della difesa, rappresentata dagli avvocati Carlo Taormina e Filippo Pagano. Pur rigettando la tesi della legittima difesa avanzata dall’imputato, i giudici non hanno riconosciuto le aggravanti contestate dall’accusa. Costantino, già condannato in primo grado a 20 anni per traffico di droga, ha ora sul groppone un ulteriore verdetto per il duplice omicidio di Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò.

Riconosciuti anche i risarcimenti alle parti civili, rappresentate dalle avvocate Angela Martelli e Cinzia Panebianco.

Il verdetto ha suscitato reazioni contrastanti in aula. Se da un lato è stata mantenuta la compostezza, dall’altro il padre di Giovanni Portogallo ha espresso con forza il suo dissenso per la mancata condanna all’ergastolo, protestando contro i giudici per alcuni secondi prima che tornasse la calma.

La sera del 2 gennaio 2022, diversi colpi d’arma da fuoco risuonarono in via Eduardo Morabito, richiamando sul posto Polizia e Carabinieri. All’esterno dell’abitazione di Costantino, noto pregiudicato per reati di droga, fu trovato il corpo moribondo di Giovanni Portogallo, mentre Giuseppe Cannavò, ferito gravemente, morì successivamente in ospedale.

Costantino si era dato alla fuga subito dopo l’omicidio, rendendosi irreperibile fino alla sua cattura, avvenuta il 9 aprile in un covo in Calabria.

Durante il processo, Costantino ha sostenuto di aver agito per legittima difesa, affermando che le vittime erano entrate armate in casa sua. Tuttavia, la Procura non ha mai creduto a questa versione, sostenendo che si trattasse di un omicidio premeditato, aggravato da dinamiche legate al traffico di droga.

Elementi chiave del dibattito sono stati un video di una telecamera di zona, che ha immortalato l’arrivo delle vittime nei pressi della casa, e la testimonianza di un parente delle vittime, che ha riferito di un incontro concordato con Costantino il giorno precedente alla sparatoria.

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